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La Psichiatria: Scienza o Frode?
Il trucco del professore che smascherò
il racket che è la psichiatria....
Anno 1972. Quattro professionisti della salute mentale, un laureato in psicologia, un pediatra, un pittore, una casalinga e un professore di psicologia si presentano presso alcuni ospedali psichiatrici degli Stati Uniti e fanno finta di aver sentito delle voci. I soggetti vengono ricoverati immediatamente, nessuno escluso e, una volta ammessi presso ciascun ospedale, riprendono a comportarsi normalmente. Riusciranno gli psichiatri operanti nelle singole strutture ad accorgersi dell'inganno? Il finale della storia sovvertirà una volta per tutte la nostra idea di psichiatria.....
Il Dr. Rosenhan, professore di psicologia (nella foto sopra a sinistra) e otto collaboratori volontari perfettamente sani (tra cui quattro professionisti della salute mentale e uno studente laureato in psicologia) si presentarono presso alcuni istituti psichiatrici affermando di sentire delle “voci”, senza dichiarare ulteriori sintomi. L'esperimento prese di mira dodici strutture di varie dimensioni e tipologie, dislocate su tutto il territorio degli Stati Uniti e, a detta di Rosenhan, alcune delle quali appartenenti all'eccellenza del settore. In ciascuna occasione tutti gli “pseudo-pazienti” vennero ammessi immediatamente dall'istituto presso cui si erano rivolti, compreso lo stesso Rosenhan. Quest'ultimo ebbe a dichiarare:
“Una volta guadagnato l'accesso alle strutture ospedaliere riprendemmo a comportarci in maniera usuale, abbandonando i sintomi dichiarati in precedenza. Se in principio avevamo il dubbio che qualcuno potesse accorgersi della nostra perfetta capacità di intendere e di volere, ebbene tale dilemma venne fugato ben presto. Non se ne avvide nessuno".
Una volta guadagnato l'accesso alle strutture ospedaliere riprendemmo a comportarci in maniera usuale, abbandonando i sintomi dichiarati in precedenza. Se in principio avevamo il dubbio che qualcuno potesse accorgersi della nostra perfetta capacità di intendere e di volere, ebbene tale dilemma venne fugato ben presto. Non se ne avvide nessuno. |
Gli pseudopazienti non furono mai identificati come tali. Furono carcerati (la loro volontà non contava nulla), ricevendo 'trattamento' per da 7 a 52 giorni, con una media di 19 giorni. Inoltre ci vennero somministrati circa 2.100 pillole altamente psicotropiche e dannose (e redditizie), tra loro e riuscirono a tenersi alla larga dagli effetti tossici solo tramite lo scarico della loro “medicina” nel gabinetto invece di assumerla. Da notare che al giorno d'oggi sarebbe impossibile perpetrare un simile raggiro all'interno di un ospedale psichiatrico, dal momento che la somministrazione dei farmaci ai pazienti viene attentamente monitorata e, nel caso di mancata assunzione da parte degli stessi, minacciata per via endovenosa.
In tutti i casi, con una sola eccezione, gli pseudopazienti furono ricoverati in ospedale con una diagnosi di "schizofrenia", e non vennero dimessi finchè non avessero confessato agli psichiatri di essere mentalmente malati e "in via di remissione". (Si noti che nel caso eccezionale, nonostante una sintomatologia identica, allo pseudopaziente fu diagnosticato in modo completamente diverso la "psicosi maniaco-depressiva".) L'etichetta di "in via di remissione" è significativa. Vuol dire che secondo gli psichiatri gli pseudopazienti non erano del tutto sani, né mai lo erano stati.
In un'intervista per la BBC Rosenhan ne commentava:
"Lo dissi agli amici, lo dissi alla famiglia, "Uscirò quando potrò. Questo è tutto. Starò lì per un paio di giorni e poi uscirò". Nessuno sapeva che ci sarei stato per due mesi … L'unica via d'uscita era ammettere che loro [gli psichiatri] avevano ragione. Loro avevano detto che ero malato, "Sono 'davvero' malato, ma sto migliorando". Questa era una conferma della loro visione di me. "
È significativo che un gran numero di pazienti effettivi sia stato ben più capace di individuare l'inganno rispetto a qualunque psichiatra appartenente a ciascuna delle dodici strutture di riferimento. Rosenhan riferì che 35 pazienti su un totale di 118 all'interno del reparto ricoveri diedero voce ai propri sospetti, talvolta anche in maniera energica, accusando costantemente gli pseudo-pazienti con frasi quali “Tu non sei pazzo. Sei un giornalista o un medico. Sei venuto a tenere d'occhio l'ospedale”. A dispetto di tali esternazioni, nessun membro del personale delle strutture, psichiatri, infermieri, assistenti o chiunque altro, mostrò capacità di discernimento pari a quella dei pazienti ricoverati! Come ebbe a dire a quel tempo Rosenhan:
“Il fatto che spesso i pazienti stessi riuscissero a riconoscere la normalità mentre il personale ne fosse del tutto incapace dovrebbe farci riflettere in modo ponderato”.
Per dire un eufemismo.....
In realtà la capacità di giudizio del personale ospedaliero era offuscata dalle diagnosi precostituite degli psichiatri, vere e proprie lenti deformanti, e dal bisogno psicologico dello stesso personale di ottemperarvi. Si tratta di un bisogno caratteristico delle persone che occupano le posizioni inferiori di una catena di comando, come in qualsiasi lavoro retribuito.
Qualsiasi processo diagnostico che si presti ad errori così massicci non può essere considerato molto attendibile. |
Una seconda possibilità
Una volta venuta a conoscenza dell'esperimento, l'intera comunità delle strutture psichiatriche reagì in modo perentorio. Tra queste una clinica di ricerca universitaria si spinse persino a sfidare il Dr. Rosenhan sul suo stesso terreno, mettendo alla prova il proprio personale sulla base di un analogo schema concordato. Il piano era il seguente: lo staff venne informato che nei successivi tre mesi un numero imprecisato di pseudo-pazienti avrebbe tentato di farsi ammettere presso la clinica. Quest'ultima sottopose a verifica 193 pazienti al fine di determinare eventuali comportamenti simulati. Il rapporto definitivo attestava che almeno un membro dello staff aveva individuato, con un elevato grado di certezza, 41 pseudo-pazienti, 23 casi erano stati identificati, analogamente, come meri attori da almeno uno psichiatra, e altri 19 da almeno uno psichiatra e un altro membro del personale. A dispetto di tali risultati, in realtà il Dr. Rosenhan non aveva inviato alcun pseudo-paziente presso la struttura durante tutto il trimestre.
Concludeva Rosenhan:
“Qualsiasi processo diagnostico che si presti ad errori così massicci non può essere considerato molto attendibile.”
Si noti: un'articolo di Rosenhan sul suo esperimento fu pubblicato sul giornale "Science" nel 1973 con il titolo "On Being Sane in Insane Places" (in italiano: "Sull'esser sani in luoghi folli"). Per scaricarlo in pdf clicca qui. (Solo in inglese.) Per una traduzione italiana parziale clicca qui.
La debole difesa della psichiatria
(Nota bene: il presente documento parte dal presupposto che il lettore disponga dell'intelligenza e della scaltrezza necessarie a non accettare il consueto atteggiamento apologetico di partenza, leggasi anche “via di fuga”, adottato dagli psichiatri di fronte ad argomentazioni logiche e mosse dal buon senso. Tale atteggiamento si riflette in espressioni come “...non se ne preoccupi, ci lasci fare il nostro lavoro, gli esperti siamo noi...”)
"Le parole complicate degli psichiatri come quelle dei giuristi, e ancor più di quelle dei politici e dei medici in genere, hanno la funzione di non fare entrare facilmente gli altri nel loro mondo, dato che ormai è risaputo che buona parte del potere passa per l'accesso alle parole ed al loro significato." Giorgio Antonucci, medico e psicanalista italiano |
In primo luogo un medico non può, in circostanze normali, costringere un paziente a ricevere alcun trattamento da lui/lei prescritto – una differenza non da poco.
Secondariamente, benché sia possibile che un qualsiasi medico di famiglia venga inizialmente ingannato da un attore provetto e indotto da quest'ultimo a prescrivere un trattamento preliminare che preveda la prescrizione di farmaci o la disposizione di un breve ricovero ospedaliero, tali provvedimenti medici dipenderebbero inevitabilmente dallo svolgimento di ulteriori test oggettivi (partendo dal presupposto che il medico/specialista nella fattispecie sia ragionevolmente competente e onesto), destinati a confermare o sovvertire qualsiasi ipotesi di terapia più delicata/invasiva da adottare in futuro. Lo svolgimento di test veramente oggettivi permette di escludere eventuali false ipotesi formulate a partire dalla prima e (deliberatamente) fuorviata diagnosi. Si tratta di una specie di meccanismo di sicurezza.
"Non esistono esami del sangue o un altro tipo di esami biologici per accertare la presenza o l'assenza di una [cosiddetta] malattia mentale, mentre invece tali esami esistono per la maggior parte delle malattie fisiche." Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria(US) |
Si tenga a mente che una delle condizioni dell'esperimento prevede che gli pseudo-pazienti cessino totalmente di simulare i sintomi iniziali una volta ricevuta la prima diagnosi. Perciò il medico avrebbe ogni motivo per dubitare la sua prima impressione e rivolgersi senza indugio ai test oggettivi. Insomma, ben poche sarebbero le possibilità di un ricovero ospedaliero della durata di 52 giorni o la somministrazione di una media di 175 pillole di elevati livelli di tossicità a ciascun paziente semplicemente sulla base di una diagnosi soggettiva, esattamente quello che accadde a Rosenhan e ai suoi pseudo-pazienti presso le cliniche psichiatriche di cui sopra.
Considerando infine che, una volta scattata la seconda fase dell'esperimento, le strutture ospedaliere erano state preavvertite di eventuali ricoverati di finti pazienti, risulta difficile credere un istituto medico mettesse a repentaglio la propria reputazione, incappando negli stessi errori marchiani commessi dalla controparte psichiatrica, in questo caso per disturbi di natura fisica. Tuttavia, qualora se ne acclarasse la colpevolezza, la struttura medica potrebbe ritenersi fallace come l'istituto psichiatrico, il che non costituisce affatto una giustificazione.
I professionisti parlano.... “Quando gli psichiatri etichettano un bambino [o adulto], stanno etichettando le persone in base ai sintomi. Non hanno nessuna diagnosi patologica, non hanno nessuna diagnosi di laboratorio, non sono in grado di mostrare alcuna differenziazione che dimostri la corretta diagnosi di tali malattie psichiatriche. Contrariamente, in un attacco cardiaco, si può trovare la lesione, con il diabete il livello di zuccheri nel sangue è alto, nel caso dell artrite le radiografie lo dimostrano. In psichiatria si tratta solo di ricerca attraverso la sfera di cristallo o predire la fortuna ; è totalmente non-scientifico.” |
È cambiata oggi la Psichiatria dal tempo dell'esperimento di Rosenhan? No, infatti la validità scientifica della loro “bibbia”, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), è sotto crescente attacco da parte dei professionisti del settore medico e di molti esperti scientifici in tutto il mondo, se non altro per il fatto critico che nessuno dei cosiddetti “disturbi mentali” contenuti nel manuale è stato incluso come risultato di esami oggettivi. Infatti tali esami non sono nemmeno possibili, poichè non c'è nemmeno un cosiddetto "disturbo mentale", come definito dalla Psichiatria, che ha segni scientificamente dimostrabili, nonostante la grande menzogna materialistica su cui si fonda la frode della Psichiatria (e particolarmente il modello biologico adottato relativamente di recente): che i disturbi mentali vengono causati da uno squilibrio chimico, oppure strutturale, del cervello, teoria sfatata completamente da numerosi esami scientifici, persino da psichiatri.
Infatti gli psichiatri onesti ammettono questo fatto apertamente (vedi qui sotto). Anche quelli non così onesti, quando si trovano affrontati da persone non tanto ingenue o credulone, ammettono la verità, particolarmente quando le loro parole vengono anche registrate in qualche modo. Ma ciò che dicono ai loro pazienti in via ufficiosa è spesso tutta un'altra storia, specialmente quando cercano di convincere i loro pazienti a prendere degli psicofarmaci: droghe altamente tossiche e psicotrope che servono essenzialmente a ridurre un uomo al livello di una macchina senza anima.
"C'è una caratteristica comune a tutti gli psichiatri. Davanti a un microfono o una telecamera si fanno piccoli e ammettono che non esiste nessuno squilibrio biochimico o test di laboratorio. Nella loro pratica professionale invece mentono ogni volta ai loro pazienti, negando loro il diritto a un consenso informato e avvelenandoli in nome della 'cura', comportamento di fatto criminale." Dott. Fred Baughman, neurologo infantile(US) |
Ovviamente la totale mancanza di oggettività, oppure validità scientifica, della Psichiatria lascia pienamente aperta la possibilità per abusi di potere(1). Inoltre, questa mancanza fondamentale è il motivo per cui vengono inclusi i cosiddetti "disturbi mentali" nel DSM non come risultato di un metodo scientifico valido, ma piuttosto come risultato di un voto completamente soggettivo (e questo si chiama scienza?), da un gruppo di psichiatri americani appositamente selezionati per lo scopo. E, a dire la verità, tutto controllato dai soliti ebrei atei ed anticristi*.
(*Non credete che la tradizione ebraica è essenzialmente anti-Cristo? Informatevi! Il "Talmud" è il testo ebraico che più di qualsiasi altro definisce la tradizione, cultura e psiche ebraica. Clicca qui per scoprire ciò che esso insegna su Gesù e i cristiani......)
"Chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato" Vangelo secondo Luca 10:16 "Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non ha neppure il Padre;" Prima lettera di Giovanni 2:23 |
Insomma si tratta qui di una mera ideologia e peggio ancora, un'ideologia falsa e perversa, che si fa passare per vera scienza, per vestirsi falsamente della credibilità della vera scienza, in modo da controllare le nostre menti e quindi stabilire e cambiare le norme della nostra società. Vi chiedo, c'è veramente persino uno di voi, con almeno un solo occhio aperto, che può negare che appunto questo si sta verificando in tutto il mondo, particolarmente nel mondo occidentale?
"Gli addetti ai lavori sanno bene che si tratta di un documento [il DSM] più politico che scientifico ... alcuni lo prendono seriamente, altri in modo più realistico. È la via per ottenere l’onorario." Loren Mosher, dottore in medicina e professore clinica in psichiatria(US) |
I professionisti parlano.... "Il DSM è stato descritto come una 'Bibbia' nel campo ma, nella migliore delle ipotesi, è un dizionario ... La sua debolezza è la mancanza di validità. A differenza delle nostre definizioni di cardiopatia ischemica, linfoma o AIDS, le diagnosi del DSM si basano su un consenso sui gruppi di sintomi, senza alcuna prova oggettiva di laboratorio. Nel resto della medicina, sarebbe come validare dei sistemi diagnostici basati sulla natura del dolore toracico o la qualità della febbre."
"Il DSM IV è la costruzione sulla cui base la psichiatria cerca di essere accettata dalla medicina in generale. Ma gli addetti ai lavori sanno che è molto più un documento politico che scientifico. Parla bene di sé stesso cosicché – per quanto la breve apologia di sé è raramente notata......Il punto è cosa ci dicono le sue categorie? Rappresentano esse effettivamente la persona con problemi? Non lo fanno, e non possono farlo, perché non ci sono criteri esterni convalidanti le diagnosi psichiatriche. Non c’è né un test del sangue, né lesioni anatomiche specifiche per nessuno dei maggiori disordini psichiatrici. Così, dove andiamo a parare? L'Associazione Psichiatrica Americana (APA) come organizzazione si è implicitamente (talvolta anche esplicitamente) aquistata una parvenza teorica. E’ la psichiatria – quella praticata adesso – una parvenza, un trucco? Sfortunatamente la risposta è essenzialmente si." - Dott. Loren Mosher, psichiatra ex-NIMH, ex-APA (Associazione Psichiatrica Americana)
“...la psichiatria moderna deve ancora provare in modo convincente la causa genetica/biologica di qualsiasi malattia mentale... ai pazienti vengono diagnosticati ‘squilibri chimici' nonostante non esista alcuna analisi per sostenere tale affermazione. Non c'è nemmeno una concezione reale di cosa sarebbe un equilibrio chimico corretto.”
“C'è una gran quantità di evidenza sperimentale sui danni cerebrali a lungo termine causati dagli stimolanti, mentre non c'è lo straccio di una prova dell'esistenza di tali malattie........."
“C'è abbondanza di presunte spiegazioni biochimiche per i disturbi psichiatrici, ma nessuna di esse è mai stata dimostrata. Al contrario, ogni volta che si credeva di aver trovato uno squilibrio, si è poi scoperto che non era vero ... Nessuna pretesa di origine genetica è mai sopravvissuta, nonostante la disinformazione popolare.”
“Ci sono in effetti dozzine di studi che mostrano che non esiste alcun tangibile squilibrio. Quindi gli psichiatri spiegheranno ai pazienti ogni volta: 'È proprio come il diabete. Nel diabete, avete una deficienza di insulina, dobbiamo normalizzarne il livello. Nella depressione avete una deficienza di serotonina, dobbiamo normalizzare il livello.' Ma realmente abbiamo già dimostrato che non c'è niente di male con i livelli di serotonina. Non è altro che un mito confutato dalle nostre stesse prove.”
“Ho quindi concluso che il concetto di psichiatria biologica non è altro che una ideologia, sostenuta da persone che credono fermamente nella sua verità, ma che non possono dimostrare le proprie convinzioni......Essi usano il linguaggio retorico per presentare una visione eccessivamente semplificata e unilaterale di una questione complessa in modo tale da indurre la gente a pensare che la questione sia stata risolta quando, in realtà, non è così. Cioè, mentre manca di criteri per la letteratura scientifica, soddisfa la definizione per la propaganda.......In sostanza, la psichiatria biologica è una leggenda metropolitana.” |
"Marketing della pazzia"(14 parti): Questa è la storia dell'associazione fortemente lucrativa tra psichiatria ed industria farmaceutica. Scoprite la verità dietro i falsi schemi di marketing e le frodi scientifiche che nascondono una campagna di vendite pericolosa e mortale.
"Errore fatale. Come gli psicofarmaci possono uccidere il vostro bambino": Dietro alle macabre statistiche di decessi, suicidi, malformazioni di nascita e gravi reazioni avverse si trova il volto umano di questa epidemia mondiale: le storie personali di perdita e coraggio di coloro che pagarono il vero prezzo.
"Il DSM": Il Manuale Diagnostico Statistico dei disturbi mentali (DSM) è il manuale della psichiatria ed è il motore di un'industria psichiatrica da 330 miliardi di dollari. Ma il DSM è suffragato da qualche prova? O non è altro che un'elaborata bufala pseudoscientifica?
Spot pubblicitari in TV contro la Psichiatria
*Si noti che NotizieReali.org non ha niente a che fare con i realizzatori dei summenzionati film e spot in TV, tuttavia possiamo confermare che tutte le informazioni ivi contenute sono attendibili e verificabili.
Il mito della malattia mentale: la iatrogenesi psichiatra
"Mi sono reso conto, non senza ironia, che gli psichiatri sono letteralmente usciti di testa e, contemporaneamente, hanno fatto uscire di testa gli stessi pazienti che si presume debbano curare." David Kaiser, psichiatra americano. |
Oltretutto, nel suo famoso esperimento del 1972, Rosenhan diede prova di sufficiente intuizione nel comprendere l'impatto disumanizzante della nomenclatura relativa alle “malattie mentali” sulle interazioni e sulle osservazioni del personale ospedaliero (per non parlare di parenti e amici) per quel che concerne i pazienti psichiatrici. Come diretta conseguenza di un simile schema di etichette, il comportamento dei pazienti viene complessivamente interpretato alla luce di una diagnosi (oppure ipotesi) precostituita al riguardo, perciò il paziente non può evitare un'interpretazione patologica del suo qualsiasi comportamento. In tal modo la diagnosi originale agisce come una cosiddetta “profezia che si autodetermina” effettivamente creando problemi mentali per il paziente per il fatto che lui venga condannato a vivere in un mondo che non lo considera più come una persona bensì alla stregua di un oggetto, vale a dire la diagnosi psichiatrica.
Se ne considerino alcuni esempi a partire dalle osservazioni del Dr. Rosenhan: in merito all'abitudine di uno pseudo-paziente di annotare la propria esperienza nella struttura ospedaliera in cui era stato ammesso (pratica espressamente richiesta da Rosenhan ai fini dell'esperimento), un'infermiera scrisse così: “Il paziente indugia in comportamento scrivente”, attribuendo un'interpretazione patologica a una condotta che avrebbe meritato ben altre e più intelligenti spiegazioni o, meglio ancora, nessuna interpretazione. In un altro caso un'infermiera chiese a uno pseudo-paziente che camminava su e giù per uno dei corridoi dell'ospedale se questi si sentisse “nervoso”. In tutta risposta, egli replicò dicendo “No, sono semplicemente annoiato”. Nel frattempo i pazienti che si mettevano in fila per il pranzo con mezz'ora di anticipo rispetto all'orario canonico venivano descritti da uno psichiatra come intenti a mostrare un comportamento “orale-acquisitivo”. Il fatto che il reparto psichiatrico non offrisse alcuna forma di svago, a eccezione della mensa, non veniva apparentemente preso in considerazione come ben più semplice spiegazione alla base dell'atteggiamento nella fattispecie.
Tali interpretazioni idiote delle attività dei pazienti, sempre in riferimento a delle idee precostituite e fondate sulla presunzione che l'origine del problema risieda esclusivamente nel paziente stesso e non scaturisca per nulla da fattori o stimoli causativi esterni, riducono effettivamente la persona alla mera definizione di una “malattia”, rendendo quindi impossibile qualsiasi rapporto davvero edificante, curativo e autentico (in una direzione o nell'altro).
“A questo punto della sua storia, secondo me, la psichiatria è stata pressoché completamente comprata dalle compagnie farmaceutiche.” |
Questo approccio principale della psichiatria nei riguardi delle problematiche di natura psichica fa parte integrante della sua natura essenzialmente iatrogena e criminosa (si tratta di un giro d'affari di $300 milliardi per anno), insieme ad una prassi scriteriata, indiscriminata, spregiudicata, non scientifica e lucrativa che prevede la prescrizione di farmaci psicotropi tossici.
Esamineremo quest'ultimo in più dettaglio qui di seguito......
Lo psichiatra e il dirigente della multinazionale farmaceutica
Un'unione celebrata dal demonio...
Caso di studio: le atroci conseguenze del Risperdal di Johnson & Johnson
Nota bene: sebbene daremo ampia menzione all'interno del presente documento delle atrocità imputabili a Johnson e Johnson, perpetrate di concerto con le strutture psichiatriche, è importante notare che non si tratta dell'unico esempio. Nel 2012 il gigante mondiale dell'assistenza sanitaria GlaxoSmithKline si dichiarò colpevole e dispose il pagamento di $3 miliardi per assolvere le proprie responsabilità penali e civili derivanti dal coinvolgimento della compagnia nella promozione illecita di farmaci, in particolar modo psicofarmaci. Nello stesso anno anche un altro colosso farmaceutico, Abbot Laboratories, dovette sganciare $1,5 miliardi, di cui 700 milioni per pagare le sanzioni pecuniarie di natura penale, e sanare le perdite derivanti dalla promozione non autorizzata di “farmaci” da impiegare durante i trattamenti psichiatrici. In ciascun caso il comune fattore è stato il commercio di psicofarmaci. Nel prosieguo del documento indagheremo le ragioni alla base di questo.
Per le comunicazioni del Dipartimento della Giustizia americano concernenti GlaxoSmithKline e Abbot Laboratories (in inglese) cliccare rispettivamente qui e qui.
Alex Gorsky: lecca lecca, feste a base di gelato e danni cerebrali
Alex Gorsky:scimmia aziendale |
Non si può certo dire che Alex Gorsky, amministratore delegato di Johnson & Johnson nonché noto dirigente criminale, non abbia fiuto per le cose remunerative, e l'impresa psichiatrica è certamente, se non altro, remunerativa. Grazie all'aiuto e alla spinta propulsiva delle aspirazioni egotistiche di psichiatri ambiziosi e mercenari come Joseph Biederman (si veda in seguito), Gorsky è riuscito a portare l'asticella dell'immoralità corporativa a un livello totalmente nuovo. I suoi obiettivi: bambini piccoli e persone anziane. Formatosi nell'esercito statunitense, il nostro soggetto manifesta la mentalità del motto “ogni risultato a qualsiasi costo” che ci si aspetta (almeno finora) da un tale ex-allievo (cioè, la mentalità di un vizioso criminale di guerra), danzando abilmente in equilibrio tra autoinganno, ipocrisia e stupidità a senso unico, in modo che riesca a svolgere le proprie attività. In questa impresa egli viene supportato da organizzazioni come la “Appeal of Conscience Foundation”(2) del rabbino Arthur Schneier che ha recentemente definito Gorsky con l'appellativo di “uomo di grande statura morale” e “dirigente pervaso da un grande senso di responsabilità sociale”. No, non è una battuta di cattivo gusto.
Nel 2013 il Dipartimento di Giustizia americano ordinò alla compagnia di questo “dirigente pervaso da un grande senso di responsabilità sociale” il pagamento di sanzioni di natura penale per $482 milioni, nonché di corrispondere ai governi federale e statale $1,72 miliardi in luogo di cause civili. Le accuse si risolsero attorno alle attività presiedute da Gorsky in qualità di responsabile della promozione e vendita di uno psicofarmaco tossico alla stregua di un veleno, il Risperdal, durante il redditizio periodo precedente alla scadenza del suo brevetto. A quei tempi Gorsky lavorava per conto di "Janssen Pharmaceutica", una società sussidiaria di Johnson & Johnson. Nel 2012 la casa madre premiava Gorsky per gli eccezionali risultati ottenuti grazie ad una disgustosa e disonorevole condotta imprenditoriale, con una promozione ad amministratore delegato.
Da quei tempi in poi gli informatori riuscirono a far luce su alcune delle insolite strategie impiegate da Gorsky e Janssen, tra cui la minimizzazione degli effetti collaterali del Risperdal di fronte ad autorità e comunità medica, l'incoraggiamento di un utilizzo off-label del farmaco (ovverosia la somministrazione non autorizzata a bambini o anziani), il pagamento di tangenti a un gigantesco fornitore di farmaci per case di riposo chiamato Omnicare(3), nonché la corruzione di funzionari statali regolarmente eletti affinché promulgassero delle linee guide che agevolassero la prescrizione del Risperdal ai pazienti coperti dall'assicurazione sanitaria statale Medicaid. Questi ultimi includevano soggetti ricoverati presso ospedali psichiatrici finanziati dallo Stato, che non avevano altra scelta che assumere i farmaci dato a loro.
I medici di Omnicare venivano incoraggiati a utilizzare il Risperdal, un potente farmaco psicotropo e altamente tossico, nelle terapie atte alla gestione del comportamento di soggetti considerati “complicati” tra i residenti all'interno di case di cura. I dottori venivano rassicurati riguardo all'eccellente livello di “efficacia e sicurezza” del farmaco ed esortati a farne uso, ad esempio, per calmare i “pazienti irrequieti” o abbattere i costi relativi ai turni di notte presso le case di riposo. Tale pratica perdurò nonostante gli avvertimenti diretti a Janssen da parte della FDA (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali Statunitense) che la promozione del Risperdal come farmaco sicuro ed efficace per i soggetti anziani sarebbe “ingannevole”, e inoltre che “le turbe comportamentali nei pazienti affetti da demenza senile non erano necessariamente manifestazioni di disturbi psichici” e potevano invece corrispondere alla “risposta giusta e consequenziale alle deprecabili condizioni di ricovero, ponendo seri dubbi etici in merito all'utilizzo di un farmaco antipsicotico come strumento improprio di controllo comportamentale”.
Anche i bambini ne fecero le spese. Una versione alternativa del Risperdal, facilmente solubile nella bocca dei fanciulli, veniva proposta dagli agenti di vendita come la soluzione ai problemi comportamentali dei piccoli studenti all'interno delle classi. Ai pediatri venivano consegnati dei semplici sacchetti contenenti lecca lecca al gusto di Risperdal, mattoncini Lego e pop corn. Festicciole a base di gelato sono state anche proposte come metodo volto a promuovere il farmaco. In aggiunta Gorsky e altri dirigenti di controllate J&J autorizzarono lo stanziamento di due milioni di dollari per finanziare un centro di ricerca presieduto dallo psichiatra Joseph Biederman, il cui obiettivo principale era il ridimensionamento di una diagnosi psichiatrica applicabile a tutti, chiamato “disturbo della condotta” (la cosa sarebbe ridicola, se non fosse così tragica), al fine di rendere ammissibile il “trattamento sanitario” di questo fantomatico disturbo con farmaci come il Risperdal. In tal senso non sorprendono le preoccupazioni espresse al riguardo dalla FDA, in particolare sul fatto che il Risperdal venisse utilizzato alla stregua di una “camicia di forza farmacologica” e in merito alla dubbia validità della sintomatologia del “disturbo della condotta”, che la FDA chiamava un mero elenco di “comportamenti aggressivi fastidiosi”.
Si consideri inoltre che a quei tempi il farmaco in questione venne approvato dalla FDA solo ai fini del trattamento dei cosiddetti “disturbi psichici” più gravi, e limitatamente a soggetti adulti in età non senile(4) (che Dio aiuti anche loro!).
Sopra, sinistra e destra: ad Austin Pledger venne prescritto il Risperdal quando aveva otto anni. Ben presto il suo petto sviluppò ampi seni, grandi quanto quelli di una donna. Nel febbraio 2015 una tribunale statunitense lo risarcì con una somma pari a $2,5 milioni. Ad oggi migliaia di casi analoghi sono in attesa di processo. |
Nel frattempo era pratica usuale nascondere o alterare deliberatamente di fronte alla FDA o alla comunità medica(5) i dati sensibili concernenti i terribili effetti collaterali del farmaco, in particolare su bambini o persone anziane, come ad esempio la crescita delle mammelle fino a raggiungere livelli femminili nei soggetti giovani e la morte per ictus e per perniciosi eventi cardiovascolari nei pazienti in età avanzata. In ogni caso i dati sconvenienti venivano minimizzati, ignorati in blocco o addirittura contraddetti da strateghi di marketing e agenti di vendita al fine di garantire quanto più possibile una continuità all'ingordigia commerciale di Gorsky. Nemmeno l'introduzione di etichette obbligatorie, deliberata per il Risperdal dalla FDA nel 2002, che comprendevano avvertimenti circa l'aumento dei rischi di decesso nei pazienti anziani, riuscirono a rallentare la frenetica attività degli avvoltoi al soldo di Janssen. Possiamo solo fare delle supposizioni riguardo al numero dei soggetti in età senile andati incontro a morte prematura a causa di queste politiche scellerate. Le già preventivate conseguenze dei futuri contenziosi legali venivano semplicemente fattorizzate in anticipo e in termini di costi. Ne è un esempio il comunicato stampa diramato da Johnson&Johnson ai propri azionisti, in cui la casa farmaceutica li assicurava che un recente pagamento di $181 milioni per risolvere le controversie e sanare le penali era “già stato stanziato in precedenza”. In realtà, sebbene Johnson&Johnson abbia ad oggi corrisposto miliardi di dollari in luogo di ammende penali e risarcimenti per cause civili, si tratta soltanto di una piccola parte dei ricavi complessivi ottenuti dalla vendita del Risperdal (sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo), il che rende l'idea dello smisurato giro d'affari dell'epoca.
I professionisti parlano....
"In breve, l'intero business di creare categorie di malattie psichiatriche, formalizzarle con il consenso e attribuire loro dei codici, che poi rendono possibile la prescrizione di farmaci, non è altro che un racket volto a fornire alla psichiatria un'aura scientifica."
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La miniera d'oro di Biederman: avvelenare il cervello dei più piccoli
Joseph Biederman: delirante |
Il malefico complice di Gorsky nell'atroce diffusione del Risperdal era lo psichiatra ebreo Joseph Biederman, il cui obiettivo principale, al netto del desiderio di monetizzare, era farsi un nome individuando la causa biologica (o quantomeno un marcatore) di un fantomatico disturbo psichico noto come “disturbo bipolare in età pediatrica” (l'altrettanto pretestuosa “sindrome da deficit di attenzione e iperattività” altresì nota come “Attention Deficit Hyperactivity Disorder – ADHD” era anch'essa oggetto di analoghe aspirazioni). A tal fine richiese e ottenne da Johnson&Johnson sontuosi finanziamenti per costituire un centro di ricerca, dotato di apparecchiature per la ricerca genetica e l'imaging cerebrale all'avanguardia. Il primo rapporto annuale della struttura, redatto nel 2002, cercava di affrontare i gravi dubbi sollevati da alcuni specialisti che non consideravano affatto i disturbi di natura psichica alla stregua di problemi cerebrali. Tali perplessità, avanzate perlopiù per via della completa mancanza di prove scientifiche al contrario, vennero tronfiamente respinte dal suddetto rapporto, e dichiarate semplici “miti” che il centro di ricerca avrebbe sfatato una volta per tutte grazie all'impiego delle sue attrezzature costose e nuove di zecca. Altrove il rapporto sfacciatamente ed esplicitamente confermava come una caratteristica essenziale del centro la sua capacità di effettuare ricerche "all'avanzamento dei obiettivi commerciali di Johnson & Johnson", certamente non il più scientifico dei criteri mai ponderato per una struttura del genere. A onor del vero, da questo punto di vista, il centro produsse un successo incredibile e incontestabile. D'altra parte, con buona pace della sua credibilità scientifica, fallì miseramente nell'individuare alcuni succitati marcatori biologici o alcune cause biologiche alla base dei disturbi psichici. In realtà, l'unico mito che Biederman fu in grado di sfatare (quantomeno agli occhi di quegli osservatori critici e imparziali) riguardava proprio la sua autorità: il centro chiuse mestamente nel 2005 in seguito al mancato rifinanziamento. Ma ormai era troppo tardi, il danno era già stato fatto.
I professionisti parlano....
“La psichiatria [afferma che] il disturbo bipolare (depressione maniaco-depressiva), l'ansia disordina, l'alcolismo(6) e una quantità di altri disordini siano sicuramente di origine biologica e probabilmente genetica , e che è solamente questione di tempo prima che tutto questo venga verificato........Questo genere di fede nella scienza e nel progresso e sconcertante, per non dire ingenuo e forse delirante.” Per l'articolo “Contro la Psichiatria Biologica” di David Kaiser, clicca qui.
"Nessun comportamento (buono o cattivo) è una malattia né potrà mai esserlo. Le malattie non consistono di comportamenti. Le malattie sono malfunzionamenti del corpo: cuore, reni, fegato, cervello. La febbre da tifo è una malattia. La febbre del sabato sera non è una malattia, è una metafora. Tutte le malattie mentali sono malattie metaforiche, spacciate per malattie vere." |
Nonostante i continui e fallimentari tentativi di perseguire i propri deliranti obiettivi di ricerca, tra il 1994 e il 2003 Biederman riuscì a incrementare praticamente da solo e per un fattore pari a 40 volte le diagnosi di quella nauseante fantasia psichiatrica nota come “disturbo bipolare in età pediatrica”. (A quanto pare, egli non considerava necessario attendere la formazione di una base scientifica valida.) L'opera di Biederman comprendeva la promozione aggressiva di questo finto disturbo dell'infanzia e il “trattamento” relativo, basato sulla somministrazione di farmaci, all'interno di rinomate riviste nonché numerosi convegni del settore medico e psichiatrico. Sebbene in principio il cosiddetto “disturbo bipolare in età pediatrica” fosse ritenuto dagli psichiatri come estremamente raro in età infantile, Biederman riuscì a far ricredere tutti. La sua rinnovata diagnosi non era altro che una riconcettualizzazione di un'altra pretestuosa congettura psichiatrica inventata specialmente per i bambini, nota come “disturbo della condotta” (per il resto di noi viene chiamato semplicemente e sensatamente il cattivo comportamento). Il nostro era riuscito a riconfigurare tale disturbo come una “malattia” guarda caso trattabile mediante farmaci estremamente costosi e remunerativi. Naturalmente Biederman sostenne le proprie affermazioni sulla base delle seriamente compromesse ricerche-spazzatura finanziate da multinazionali farmaceutiche che ormai erano proprio la sua specialità. Nonostante entrambe le sue illusioni preferite, ovverosia il “disturbo bipolare in età pediatrica” e la “sindrome da deficit di attenzione e iperattività” non siano mai state scientificamente convalidate come malattie vere, il suo zelo imprenditoriale rimase in ogni caso intatto. Grazie alla pigrizia di genitori (in tutto il mondo) felici o abbastanza stupidi da credere nella scoperta di una soluzione in bottiglia che sostituisse la sana educazione di mamma e papà, fu possibile assistere all'avvelenamento cerebrale di milioni di bambini mediante i cosiddetti “antipsicotici”, ovverosia farmaci estremamente tossici. Se da una parte le conseguenze sociali a lungo termine di questa epidemia farmacologica durata nove anni possano essere solo immaginate, dall'altra gli effetti fisiologici a breve termine del Risperdal e di altri farmaci anti-psicotici atipici sui bambini sono stati abbastanza documentati....e orribili.
Rebecca Riley:overdose |
Tra i sintomi ricordiamo disturbi del sonno, scialorrea, tic nervosi, eccessivo aumento ponderale e sviluppo di grandi seni cadenti nei ragazzi (una patologia specificamente associato al Risperdal e nota come “ginecomastia”). Ma non c'è limite al peggio. Nel 2004 i giornali americani dedicarono le prime pagine alla vicenda di Rebecca Riley, una bambina piccola che morì a causa di overdose di antipsicotici somministratile dai genitori dietro prescrizione del medico curante. Sfortunatamente si tratta soltanto di uno dei numerosi esempi di decessi causati dai cosiddetti farmaci “antipsicotici”, anche nel caso in cui le dosi prescritte erano state rispettate. Secondo il New York Times, a partire dal 1993 fino ai primi mesi del 2008, circa 1207 bambini a cui era stato somministrato il Risperdal soffrirono di gravi disfunzioni e 31 di loro andarono incontro alla morte. Tra i decessi figura anche un bambino di nove anni, colpito da un ictus fatale 12 giorni dopo aver intrapreso la “terapia” a base di Risperdal.
Nel frattempo le case farmaceutiche responsabili del finanziamento della meschina attività promozionale e di “ricerca” di Biederman, comprendente inoltre test effettuati su bambini piccoli, ricavavano miliardi di dollari prima di ricevere le attenzioni di un'indagine disposta dall'ufficio del Senatore americano Charles Grassley, la quale rilevò che Biederman aveva mentito circa il volume di denaro percepito dalle succitate aziende farmaceutiche (almeno $1,6 milioni) come compenso per un tale conflitto d'interessi. Biederman fu inoltre colto a rassicurare Johnson&Johnson sul fatto che il livello di “sicurezza ed efficacia” del suo farmaco antipsicotico per bambini, il Risperdal, sarebbe stato “suffragato” da uno studio proposto ben prima dell'inizio dei processi. D'altronde, se una “malattia” è completamente inventata, che bisogno c'è di ottenere risultati reali?
In italiano: "L'infanzia non è un disturbo mentale" |
Comprensibilmente il mondo della psichiatria ha profuso ogni sforzo per prendere le distanze dallo scandalo Grassley-Biederman e dalle scoperte relative alla frenesia alimentare del “disturbo bipolare in età pediatrica”. Il presidente della task force del DSM-4, il Dr. Allen Frances (altra marionetta di J&J a proposito), ammise a verbale che la quarta versione del manuale (in cui veniva ritratto anche il fantomatico disturbo di cui sopra) aveva scatenato diverse “epidemie fittizie” tra cui il disturbo bipolare dell'infanzia, vera e propria miniera d'oro di Biederman. In un rivoltante sfoggio di finto pentimento, Frances dichiarò a nome di tutti di aver imparato “una lezione molto dolorosa a proprie spese”.
Dolorosa ma non abbastanza, a quanto pare. Ancora al giorno d'oggi i bambini vengono diagnosticati con il disturbo bipolare in età pediatrica e avvelenati da farmaci altamente remunerativi come il Risperdal. E qual è stata la punizione inferta a Biederman in luogo dei suoi redditizi crimini contro l'umanità? Per aver trasgredito alle normative sul conflitto di interessi ha ricevuto l'interdizione di un anno dal partecipare ad “attività commerciali sponsorizzate” e altre restrizioni minori e temporanee sulla sua abilità di contribuire di più al mondo delle pseudo-scienze, limiti peraltro imposti dallo stesso Massachusetts General Hospital in cui ha condotto le sue pretestuose ricerche-spazzatura in primo luogo. Eppure, riguardo agli altri aspetti più gravi della sua colpevolezza sembrerebbe che Biederman sia intoccabile agli occhi della legge. Cionondimeno ho il sentore che, ben prima di quanto si pensi, entrambi il dott. Biederman e quelli delle case farmaceutiche che lo hanno finanziato, dovranno difendersi dalle accuse di un Giudice ben più severo dei pagliacci a MassGen.....
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“Come è stato confermato dal Dott. Glenmullen e dalla mancanza di una singola prova nella letteratura medica/scientifica a livello mondiale, la psichiatria è una pseudo-scienza e gli “squilibri chimici” sono inesistenti. Costoro mentono al pubblico e al Congresso degli Stati Uniti ogni volta che fanno affermazioni in senso contrario. Fu nel 1970 che essi, per la prima volta, hanno volutamente iniziato a mentire al Congresso dicendogli che la “iperattività” detta anche ”minima disfunzione cerebrale” [precursore dello ADD/ADHD] erano effettive malattie del cervello. Il Congresso ha chiuso un occhio, ha accettato la bugia dello “squilibrio chimico” e ha stanziato miliardi di dollari in ricerca poiché tutto ciò era destinato a non provare alcunché, ed era unicamente inteso a ingannare il pubblico e a permettere che venisse drogato e avvelenato.” |
La sperimentazione degli psicofarmaci non è nient'altro che una truffa
Ebbene, ogni sperimentazione farmacologica poggia su basi fallaci e disoneste, non solo i test effettuati da Joseph Biederman, in quanto mira a rappresentare valutazioni puramente ideologiche alla stregua di dati empirici. Si tratta di un fatto molto semplice da comprendere. Si consideri, ad esempio, un test condotto sull'efficacia di un farmaco immaginario per la guarigione delle fratture ossee. Un medico riunisce un campione di pazienti e li sottopone alla sperimentazione del farmaco in questione. Come fa a sapere che presentano tutti delle fratture ossee? Semplice. Li ha esaminati tutti, utilizzando anche i raggi X. Ad un altro analogo gruppo (di controllo) viene somministrato un placebo (pillola zuccherata) per verificare se vi sia una sensibile differenza di risultati fra i due gruppi. È questo, più o meno, il metodo scientifico standard di sperimentazione di un farmaco. Il punto è: come fa il dottore a controllare gli effetti del farmaco/placebo sulle ossa fratturate? La risposta è semplice anche in questo caso: si limita a sottoporre i pazienti ai raggi X e analizza i risultati.
Si consideri ora la parodia psichiatrica della procedura summenzionata. Sebbene anche lo psichiatra riunisca due gruppi di pazienti, chi è stato a decidere in primo luogo chi siano effettivamente i “pazienti”? È stato lui. Non ha condotto alcun test fisico misurabile, come nel caso dei raggi X. Si è semplicemente attenuto a delle linee guida messe insieme da lui stesso e/o da alcuni suoi colleghi per determinare chi possa essere considerato un paziente, basandosi presumibilmente, almeno in parte, sull'esposizione soggettiva della sintomatologia da parte dei pazienti stessi. Si tratta di una decisione puramente ideologica e non scientifica, è ovvio. Successivamente lo psichiatra provvede alla somministrazione del farmaco. A questo punto, chi decide se il farmaco risulti efficace o meno? Anche in tal caso la prerogativa appartiene al medico e/o ai suoi pari, sulla base non di riscontri empirici bensì del puro e semplice punto di vista soggettivo del paziente e, ancor più importante, dell'interpretazione dello psichiatra in accordo con la direzione ideologica preminente al momento del test, la quale viene determinata dagli specialisti in maniera strumentale ed è soggetta a mutamenti continui e dipendenti dai dettami dei poteri forti (al giorno d'oggi tale “mode du jour” ideologica assume spesso il nome di “politicamente corretto”). Sono gli psichiatri stessi a deliberare il significato della parola “efficace”, è chiaro il concetto? Si faccia attenzione a questo punto. Sono loro a decidere se la condizione precedente o successiva all'assunzione di un determinato farmaco sia fattivamente “migliore” o “peggiore” sulla base di nozioni preconcette se un qualunque esito sia auspicabile oppure no. Ad esempio, qualora desiderino avvalersi dei servigi di un soggetto-marionetta che ben si adatti allo status quo, malgrado il livello di corruzione imperante, allora tale condizione sarà considerata “migliore” rispetto a quella precedente. Al contrario, una persona capace di pensare con la propria testa ed esporre un pensiero possibilmente critico potrebbe rappresentare un intoppo indesiderato. Si tratta di un meccanismo puramente ideologico, basato esclusivamente su un sistema di valori condiviso dagli psichiatri, dai loro finanziatori o da quelli da cui ricevono la propria investitura. Infatti, in tal modo, è analogo alle determinazioni di un ministero politico o religioso, con la differenza che l'ideologia e i valori di un buon cristiano non sono dettati dal miglior offerente o dal prepotente di turno, bensì dalla Parola di Dio. In ogni caso, il metodo psichiatrico non ha certamente nulla a che vedere con la scienza e quindi ci sono delle critiche domande che dovremmo chiederci al riguardo.
Una nuova controversia: la pretesa scientifica di un'investitura laica
Bisogna ad esempio chiederci se siamo consapevoli, in numeri significativi, del fatto che il ruolo destinato alla definizione di cosa sia “giusto” pensare e sentire e di quali siano i comportamenti corretti all'interno della nostra società, sia stato silenziosamente usurpato da quei ciarlatani chiamati psichiatri e dai loro finanziatori. Siamo consapevoli dell'enorme potere di cui abbiamo investito le organizzazioni di grande affari e potere dietro gli psichiatri? Riusciamo ora a capire perché Biederman fosse talmente fiducioso nel rassicurare Johnson&Johnson in merito al fatto che la “sicurezza ed efficacia” del loro farmaco sarebbe stata sostenuta dal suo studio? Ecco cosa significa andare dritti al punto. Egli era ben conscio che la decisione spettava più o meno interamente a sé stesso e avrebbe agito sulla base della propria interpretazione ideologica dei risultati delle sperimentazioni, nonché dell'influenza esercitata sui suoi colleghi mediante la sua retorica al riguardo. Anche le aziende farmaceutiche ne erano a conoscenza, ragion per cui erano preparate a corrispondere a Biederman una discreta gabella onde assicurarsi la sua, come dire, “cooperazione ideologica”. In realtà, aspettarsi che le case farmaceutiche agiscano in altro modo, vista l'improvvida investitura concessa a psichiatri mercenari che li eleva al livello di uomini saggi e santi (un'investitura inerente alla menzogna che i disturbi psichici sono malattie cerebrali) equivale a pensare che un cane affamato non si accapigli su una bistecca che penzola attaccata a un filo davanti al suo muso, mentre altri cani affamati si trovano nelle vicinanze. È necessario togliere la bistecca. In fin dei conti un cane è soltanto un cane. D'altro canto la ricerca del povero e onesto dottore che avevamo colto intento a sperimentare l'efficacia di un farmaco per il trattamento delle fratture ossee riceverà ben altra considerazione dalle società farmaceutiche poiché non potrà garantire loro un ritorno di investimenti comparabile, in quanto i ricavi di una data azienda dipenderebbero in quel caso da fastidiosi dati empirici e non da semplici opinioni, cioè, il consenso dei illustri “luminari” del settore.
Aspettarsi che le case farmaceutiche agiscano in altro modo, vista l'improvvida investitura concessa a psichiatri mercenari che li eleva al livello di uomini saggi e santi (un'investitura inerente alla menzogna che i disturbi psichici sono malattie cerebrali) equivale a pensare che un cane affamato non si accapigli su una bistecca che penzola attaccata a un filo davanti al suo muso, mentre altri cani affamati si trovano nelle vicinanze. |
Allo stesso tempo la questione più impellente, al di là di qualsiasi considerazione di stampo materialistico degli psichiatri o dei dirigenti di case farmaceutiche (considerazioni di natura finanziaria, legale, politica o finanche fisicologica), riguarda i bambini che saranno e continueranno ad essere sacrificati sull'altare di una frode ideologica oppure, cosa ben peggiore, delle teorie infondate di una manica di imbecilli. Sembra che nessuno abbia dedicato un pensiero alla nostra progenie. Perché, a scanso di equivoci, non si tratta soltanto dei nostri bambini, neppure soltanto dei nostri nonni, padri, fratelli e figli, nonne, madri, sorelle e figlie, mogli e mariti. Si tratta di noi.
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"La psichiatria sta estendendo i suoi poteri a tutti i livelli, sia cominciando col mettere sotto controllo le madri incinte, i bambini appena nati e i bambini che crescono, poi gli adolescenti e i giovani, poi le persone mature, poi le persone anziane. Questa è un'estensione della psichiatria a tutte le età della vita, da prima della nascita fino alla morte, e parallelamente c'è una estensione della psichiatria a tutti gli aspetti delle nostre attività, per cui attività che prima erano state considerate attività che fanno parte della vita degli uomini da non mettersi in discussione.....che via via vengono comprese sotto gli schemi della psichiatria, vengono inventate continuamente nuove malattie mentali.”
“Sempre più problemi presumibilmente causati da predisposizioni genetiche e squilibri biochimici sono stati ridefiniti come ‘disturbi’ o ‘malattie’. Normali eventi della vita sono ridefiniti come puri interruttori di una sottostante bomba a tempo biologico. Sentirsi molto triste è diventato un ‘disturbo depressivo’. Preoccuparsi troppo è ‘disturbo d’ansia’. Giocare d’azzardo, bere, fare uso di droghe o mangiare eccessivamente sono anch’esse malattie. Così lo sono anche mangiare, dormire e fare troppo poco sesso. Essere terribilmente timido è diventato ‘un disturbo di personalità antisociale’. Picchiare la gente è un ‘disturbo esplosivo intermittente’. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ha 886 pagine di tali malattie......Fare liste di comportamenti, applicare etichette che sembrano mediche a persone che si rivolgono a loro, per poi usare la presenza di questi comportamenti per dimostrare che hanno le malattie in questione è scientificamente senza senso. Essa non ci dice nulla sulle cause o sulle soluzioni. Tuttavia, crea la sensazione rassicurante che sta venendo fatto qualcosa di medico.” |
Lo psichiatra: sanitario vero oppure poliziotto di pensiero? Che ne dite?
"Le etichette del DSM sono non solo inutili in quanto 'diagnosi' mediche, ma sono potenzialmente pericolose, specialmente se usate per negare la libertà personale, o come armi nelle mani di psichiatri che agiscono come mercenari del sistema giuridico." Sydney Walker III, neuropsichiatra(US), il cosiddetto "Sherlock Holmes" di neurologia |
Nel migliore delle ipotesi si tratta di un metodo non curativo e distruttivo di imprigionamento e controllo coercitivo (esercitato tramite espedienti psicologici, la manipolazione fisica e l'utilizzo di farmaci) nei confronti di soggetti che, sebbene non si distinguano per una personalità criminale, soffrono di disturbi psichici o spirituali talmente gravi da costituire motivo di sconsiderato fastidio per gli altri. Nella peggiore delle ipotesi, e molto più spesso di quanto si possa pensare, la psichiatria costituisce un atroce metodo di incarcerazione, controllo coercitivo e disattivazione di dissidenti politici e, in particolar modo, del Popolo di Dio, ad opera dello Stato del Grande Fratello per conto del (dis)ordine costituito. |
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"C'è da pensare che ora un individuo come Gesù Cristo si sarebbe beccato, invece della croce, strumento contro gli schiavi in rivolta, l'intervento della [cosiddetta] scienza psichiatrica, [cosiddetto] strumento contro i pazzi pericolosi." Per leggerne il brano, "L'uso della psichiatria per le persecuzioni" di Antonucci, clicca qui.
"Io non voglio far parte di una psichiatria dell’oppressione e del controllo sociale. Malattia mentale a base biologica è certamente conveniente per i familiari e ugualmente per i medici. Essa serve come un'assicurazione di garanzia contro responsabilità personale. Siamo stati tutti presi senza colpa in una turba di patologia cerebrale di cui nessuno, eccetto il DNA, è responsabile......A questo punto è ovvio e irrilevante che non ci siano evidenze confermanti la diagnosi di malattia del cervello. Perché quello con cui qui si ha a che fare è moda, politica e soldi. Il livello di disonestà scientifica ed intellettuale è diventato troppo alto perché io possa ancora sopportare di essere socio." |
Basti considerare i seguenti elementi:
1) gli psichiatri (o i medici che ne svolgono la funzione) sono gli unici soggetti a cui è permesso incarcerare legalmente una persona contro la sua volontà, senza che venga avviato un regolare processo e semplicemente su richiesta di un funzionario, anche nel caso in cui non sia stato commesso alcun crimine.
2) gli psichiatri sono gli unici soggetti a cui è permesso costringere una persona ad assumere farmaci contro la sua volontà o a subire altre forme di “trattamento” invasive e prive di basi scientifiche, impiegando strumenti quali violenza e minacce e rendendo conto unicamente a sé stessi delle proprie azioni.
Ovviamente, anche se possiamo immaginare alcune circostanze estreme in cui sarebbe impossibile evitare l'incarcerazione o persino la sedazione d'urgenza (non-psicotropa) di una persona afflitta da un disturbo psichico severo, non può essere mai giustificato l'impiego di cosiddetti "trattamenti" psichiatrici (i quali sono tutti quanti privi di qualsiasi validità scientifica), in assenza del consenso esplicito del soggetto, per non parlare dei casi in cui il soggetto ha rifiutato esplicitamente tali trattamenti. Insomma, nessuno (psichiatra o chiunque altro) dovrebbe avere il diritto di effettivamente ridurre una persona al livello di un mero oggetto, oppure un animale muto, in questo modo.
In Italia la legge che dà agli psichiatri i summenzionati poteri straordinari si chiama il TSO, che significa “Trattamento Sanitario Obbligatorio”, cioè, quando una persona viene sottoposta a cure mediche contro la sua volontà. Si noti che in pratica (siccome solo la psichiatria può rendere la volontà di una persona una cosa trascurabile, semplicemente dichiarandola “pensiero irragionevole”), tranne alcune rarissime eccezioni, si verifica solo in abito psichiatrico, attraverso il ricovero forzato presso i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici. Infatti questa legge mal concepita esiste più o meno nella stessa forma in tutte le nazioni occidentali, cosiddette "democratiche".
Se si pensa alle implicazioni di quanto esposto precedentemente, esistono altri professionisti che possano avvalersi di tali poteri o autorità, nonché della facoltà di abusarne? Pensiamo davvero che tali abusi non siano mai stati perpetrati? La risposta è sì, non serve girare attorno alla questione. Infatti tali poteri esistono proprio per quello scopo e nient'altro, a dire la verità.
"....il potere pratico della parola di uno psichiatra è paragonabile soltanto a quello di un giudice. Superiore direi, perché il giudice in qualche modo è solo uno degli attori in un processo a più voci. Invece il giudizio di uno psichiatra può condannare un uomo direttamente alla segregazione senza bisogno di processi." Giorgio Antonucci, medico e psicanalista italiano |
"Io non voglio far parte di una psichiatria dell’oppressione e del controllo sociale....Perché quello con cui qui si ha a che fare è moda, politica e soldi." |
Ovviamente le pratiche punitive della psichiatria non vengono presentate come tali alla vittima degli abusi, bensì come una terapia benefica; la vera natura dei trattamenti viene attentatamente celata non solo a quanti lavorano presso le strutture psichiatriche e divengono dunque testimoni delle atrocità ma anche agli stessi esecutori, i quali si limitano ad attenersi a protocolli e procedure e/o hanno appreso a mestiere la capacità di mentire a sé stessi. Alcuni tra questi soggetti sono semplicemente imbecilli dissennati che non si sono mai interrogati sulla questione dell'adeguatezza (o del decoro) della psichiatria utilizzata come strumento statale di controllo coercitivo, considerandola meramente un prolungamento o una continuazione del rapporto paternalistico tra genitori e figli, con lo Stato in veste di genitore e i pazienti intrappolati in una condizione infantile permanente. L'atmosfera generale di pseudo-efficienza istituzionale, abbinata a un artefatto senso di accogliente professionalità clinica che pervade inevitabilmente i luoghi della pratica psichiatrica, produce un prodigioso effetto annullatore che agisce sulla percezione dei membri del personale, impedendo loro di accorgersi della natura palesemente degradante e disumanizzante della posizione che occupano, non solo per i pazienti ma anche per loro stessi. E poi, ovviamente, alcune tecniche di controllo coercitivo sono talmente sottili da sconfinare il reame della comprensione di un qualsiasi galoppino istituzionale.
D'altro canto è indubbio che certi professionisti e membri del personale della psichiatria siano pienamente consci delle proprie azioni e riconoscano la vera natura di quello di cui fanno parte, entrambi elementi che rendono la loro posizione indifendibile. Si tratta di criminali, colpevoli delle più disgustose atrocità e devono essere trattati di conseguenza, al fine di assicurare integrità e trasparenza al consesso civile.
È importante capire come tali tecniche di controllo non siano affatto di conio recente. Se si riesce ad accettare e comprendere che la “scienza” intesa come idea astratta e non come metodo oggettivo costituisca il falso credo dei tempi moderni, allora sarà possibile individuare nel corso della storia diversi paralleli all'adozione di dogmi e ideologie puramente soggettivi come substrato di forme coercitive e punitive di controllo mentale delle masse, perpetrate in nome di un afflato caritatevole almeno in apparenza. Benché ai giorni nostri si parli di “salute mentale”, proprio come in tempi passati con espressioni diverse, tale espressione mira unicamente a nascondere una strategia di negazione totale nei confronti di qualsiasi cosa che può di fatto significare.
Tra i grandi sacerdoti del falso credo dei nostri tempi, camuffato come branca della scienza, ci sono gli psichiatri. |
Tra i grandi sacerdoti del falso credo dei nostri tempi, camuffato come branca della scienza, ci sono gli psichiatri. Essi fanno parte di un gruppo che comprende anche altri pseudo-scienziati e membri del mondo accademico, i cui campi di specializzazione difettano di reale oggettività (matematica) in modo da rendere possibile un calo dal livello di dati empirici al livello solo teorico e alla fine sul dominio della più fervida immaginazione, pur mantenendo per gli ingenui una sembianza di scienza reale. Una deviazione talmente disonesta dai dettami della vera scienza può essere stimolata da vari incentivi, tra cui è arduo individuare principi di nobile natura. Nel migliore dei casi chiunque intraprenda tale percorso dimostra semplicemente scarsa intelligenza o semplicemente grande ignoranza. Eppure i loro titoli, certificati, abiti da cerimonia, rituali e profili d'alta società sono così impressionanti oggi (e pericolosi) agli occhi di una mente semplice, tanto quanto in passato, a prescindere da come la particolare veste o sembianza possa cambiare.
È triste pensare che molte persone impiegate nel vasto settore della psichiatria possano sinceramente pensare alla propria professione come a qualcosa di utile e meritorio. Ovviamente il problema è proprio questo, i loro sentimenti sono puramente soggettivi, privi di alcun fondamento empirico e dipendono piuttosto dalla loro ignoranza rispetto ai fatti, elemento che permette loro di mantenere invariata tale percezione. È certamente notevole fino a che punto possa spingersi la capacità di autoinganno, quando c'è un grande investimento della propria identità nel reputare credibile qualcosa di palesemente falso. Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con la pratica scientifica.
Perciò è importante che coloro i quali trovino impiego a qualsiasi titolo in uno dei tanti rami della psichiatria o della psicologia, riescano ad operare una netta distinzione tra la propria attività al servizio del settore di riferimento e il proprio agire come esseri umani che interagiscono semplicemente con altri esseri umani, senza le complicazioni psicologicamente paralizzanti e derivanti da idee preconcette su come dovrebbero orientare il proprio modo di comportarsi. Esso è sempre l'elemento caratteristico di qualsiasi lavoro retribuito, in cui, specificatamente nel settore psichiatrico/psicologico, si sta sempre cercando di giustificare l'ingiustificabile, cioè, l'aspettativa di remunerazione per qualcosa che, se è veramente di una natura edificante/curativa, non può avere niente a che fare con retribuzione.
Fatto ancora più triste, non sono solo i professionisti e il personale psichiatrico a presumere soggettivamente che c'è qualche merito nei trattamenti psichiatrici quando in realtà non ce n’è nemmeno l’ombra. Gli stessi pazienti psichiatrici spesso sostengono le presunte virtù del trattamento psichiatrico, incluse le cure farmacologiche, e molti addirittura ci credono. Per comprendere appieno questo fenomeno, può essere utile valutare alcune delle principali e fondamentali differenze tra il modo oggettivo e soggettivo della percezione.
Un fatto oggettivo è una parte o un elemento della natura della realtà verificabile oggettivamente, cioè sulla base della logica e dei metodi empirici. È pertanto un fatto esattamente trasferibile agli altri, il che determina il suo principale valore scientifico. In termini scientifici, si dice che il risultato di un esperimento per testare la validità di un'ipotesi può essere "replicato".
La credenza soggettiva, invece, è per definizione ciò che riteniamo senza ricorrere ad alcuna verifica oggettiva. L'opinione non ha nessun valore scientifico di per sé. Anche se esiste un metodo di convalida oggettiva di un'ipotesi, essa rimane meramente un'ipotesi o credenza nella mente di un soggetto finché il metodo di convalida non sia applicato, o perlomeno compreso, dal medesimo soggetto; a quel punto, e soltanto allora, l'ipotesi, così confermata, diventa significativamente ed esattamente trasferibile agli altri da quel soggetto. Ciò, essenzialmente, è la scienza.
Tenendo a mente questo aspetto, considerate ora che l’intero dogma psichiatrico non solo non è mai stato oggettivamente verificato, ma non esisterà mai un metodo per farlo, poiché tutti i giudizi in merito all'efficacia di qualsiasi tipo di trattamento psichiatrico (farmacologico o altro) – che provengano dagli psichiatri, dalle case farmaceutiche o persino dai pazienti stessi – sono, in assenza di biomarcatori di qualsiasi cosiddetto "disturbo psichiatrico", necessariamente soggettivi e ideologici per natura. È importante capire questo punto.
Ciò significa, per esempio, che un individuo abbastanza ingenuo, temporaneamente folle o malinformato da assumere volontariamente qualsiasi tipo di veleno psichiatrico non ha nessun modo di dimostrare che un effetto da lui attribuito al farmaco sia un risultato effettivamente e propriamente oggettivo (e quindi trasferibile in maniera significativa) dell’assunzione del farmaco, e non piuttosto una sorta di risposta psicologicamente o fisiologicamente radicata e specifica dello stesso individuo. Inoltre, qualsiasi giudizio sul valore di un effetto attribuito a un farmaco psichiatrico, così pure qualsiasi giudizio circa l'accettabilità o meno dei cosiddetti "effetti collaterali" di un farmaco, è anch’esso parimenti e assolutamente soggettivo, e quindi può essere basato su un sistema di valori o su un'ideologia che è fondamentalmente malsana, persino laddove sia supportato dal consenso generale. Abbiamo già notato in precedenza che questo vale non solo per i giudizi dei pazienti, ma anche per i dubbi giudizi degli psichiatri che ‘sperimentano’ e prescrivono i farmaci psichiatri e, certamente, per i giudizi ancor più dubbi di coloro che contribuiscono all'investitura degli psichiatri, ovvero coloro che finanziano e sostengono politicamente l'impresa psichiatrica.
La natura ideologica e soggettiva della sperimentazione volta a determinare l’"efficacia" degli psicofarmaci è particolarmente allarmante se si considera il fatto che molte persone sono costrette ad ingerire questi veleni involontariamente – e questo avviene nei paesi (compresi tutti i cosiddetti paesi democratici occidentali) che si ritengono seriamente "liberi" e "democratici". Una beffa infernale.
Infine, dovremmo forse notare anche che, oltre alle variabilità sopra menzionate, il resoconto soggettivo implica sempre l’insita possibilità di frode e indicazioni fuorvianti. Ad esempio (come sopra accennato), se un individuo ha investito gran parte della sua vita e della sua identità, e forse anche i suoi mezzi, nella credenza in un certo paradigma, può essere difficile ammettere poi a se stesso e agli altri di aver sbagliato, o forse ancora più difficile, di essere stato ingannato. Bisogna tenere a mente che l'autoinganno non è del tutto consapevole. In alternativa, può esserci qualche percepito vantaggio per l’autore del resoconto soggettivo, o forse per il gruppo che egli rappresenta, nell’ingannare deliberatamente gli altri.
In breve, la realtà oggettiva è l'unico posto dove io e te ci incontriamo veramente. La percezione soggettiva invece ci isola per sua stessa natura. La differenza principale tra un individuo che è riuscito a penetrare la verità attraverso il racket della psichiatria e un altro che non lo ha fatto, è che il primo può ricorrere a conclusioni verificate oggettivamente per sostenere le sue asserzioni, mentre l’altro non può farlo.
E questa, signori miei, fa tutta la differenza.
la realtà oggettiva è l'unico posto dove io e te ci incontriamo veramente. La percezione soggettiva invece ci isola per sua stessa natura. |
Quali devono essere le nostre riflessioni alla luce di tutto ciò?
Che l'unico modello condivisibile sia quello offerto dalla psichiatria, cioè quello delle cosiddette “malattie” mentali, un paradigma fondamentalmente manipolativo e profondamente fallace? Certo che no! Lasciamo certe assurdità agli inetti e ai ciarlatani e andiamo oltre, ponderando sulle seguenti considerazioni.
"Ci sarà, in una delle prossime generazioni, un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici, in quanto verranno sviati dalla volontà di ribellarsi per mezzo della propaganda o del lavaggio del cervello, o del lavaggio del cervello potenziato con metodi farmacologici."                                           - Aldous Huxley, 1961 |
È ormai convinzione comune, senza alcun fondamento, che i nostri problemi di natura psicologica corrispondano a vere e proprie malattie mentali (cioè, cerebrali), praticamente impossibili da sanare e difficili da gestire. Si tratta di un approccio distruttivo che ignora completamente il reale significato di turbamenti, anomalie e dolori delle mente in primo luogo, fatta eccezione per un livello superficiale che produce un impatto sul ruolo del singolo all'interno della società o su altri ruoli predefiniti. Ma se la conformità al consesso civile o ai ruoli precostituiti è la vera radice del problema, suddetto approccio ovviamente non ha nessun valore reale o profondo. Invece serve solo per garantire la continuità sociale di un soggetto tramite la prescrizione di un determinato trattameno, farmacologico e disumanizzante, dei sintomi, una pratica troppo spesso adottata dai professionisti della psichiatria, che riduce l'essere umano più o meno alla stregua di una macchina, un ingranaggio all'interno della catena. Ecco dunque la funzione principale dello psichiatra all'interno della nostra società: calibrare le persone in conformità all'ordine costituito o al cosiddetto status quo ignorando pedissequamente le loro reali esigenze come umani integrali. Questo perché lo psichiatra non è in grado di comprendere l'esigenze reali dei suoi pazienti, in quanto sfugge alla sfera della sua percezione. È impossibile percepire negli altri qualcosa che non si percepisce nemmeno in se stessi.
La stessa cosa avviene per i dolori di natura psichica. Per quanto la soluzione possa non essere così semplice a causa della loro natura psicologica e più sottile rispetto ai patimenti fisici, i principi alla base sono gli stessi. È necessario farvi fronte con applicazione, scavando fino alla radice e trattandoli con intelligenza. Si tratta di un percorso da intraprendere essenzialmente da soli. Sebbene possiamo ricevere assistenza da altre persone, i responsabili ultimi della rettitudine della mente e dello spirito siamo noi e nessun altro, sicuramente nessuno psicofarmaco. Che assurdità! Si tratta semplicemente di un altro metodo escogitato da noi stessi per sfuggire agli oneri della nostra crescita personale così come al confronto con la vera natura della nostra esistenza (costituita da un insieme di rapporti) al di là delle illusioni da noi create con tanta cura. Gli psichiatri ci offrono le nostre bolle di illusione intatte senza romperele, eppure la continuità senza progresso interiore equivale soltanto a una mera parvenza di vita, non alla vita effettiva, profonda e significativa. Un fantoccio coperto di cerotti, oppure pieno di farmaci, non è proprio la migliore aspirazione per un essere umano, e la gestione farmacologica dei problemi psichici della vita può soltanto aumentare la probabilità di danni seriamente irreversibili a lungo andare.
Una mente realmente sana implica la libertà dai parametri di pensiero soggettivamente preconcetti. Il che non vuol dire semplicemente adottare qualsiasi pensiero, ma piuttosto concedersi lo spazio psicologico necessario per andare dove ci portano i fatti, ovunque esso sia. Chiaramente, quindi, le nozioni soggettivamente preconcette o i sistemi di pensiero politicamente accettabili riscontrati nella psichiatria e altrove sono incompatibili con una mente sana. È importante capire questo punto. È altresì importante essere consapevoli degli effetti di altre influenti fonti di ideologia soggettiva sulla mente collettiva. Nessun uomo che sia veramente serio riguardo al ripristino della sanità mentale in se stesso e/o negli altri (e in quest’ordine, ovviamente) può ignorare il ruolo che i principali mezzi di comunicazione di massa e le cosiddette istituzioni di istruzione svolgono, o hanno svolto, nel darci il nostro pensiero. Né può ignorare il ruolo che la psichiatria svolge nell’applicazione di tale pensiero.
La ricerca cruciale di un retto ordine mentale non è un gioco, né una sorta di futile sessione di affermazione reciproca. Né è una semplice merce che ci si può procurare sul mercato. Non è una questione di credenza o di mera congettura. Si tratta piuttosto di una questione di sperimentazione intelligente (ragionevole) e di scoperta, che è la vita stessa e, di fatto, è la porta stretta che ci porta ad essa. Ciò significa innanzitutto scollegarsi dai principali mezzi di comunicazione di massa, che agiscono come una macchina di (cattiva) gestione della percezione e imparare piuttosto a ragionare di nuovo con la propria testa. Se non lo avete già fatto, provate a spegnere il televisore, a rinunciare al cinema e alla stampa convenzionale (inclusi i relativi sbocchi digitali) per un anno intero, e poi provate a riferire (a voi stessi) come vi sentite alla fine. E se avete difficoltà legate all'astinenza, chiedetevi se potete davvero permettervi di passare tutta la vita senza sapere come ci si sente ad avere una mente sgombra da tutto questo. Tenete a mente che, fin dall’antichità e fino a poco tempo fa, un batter di ciglia nella nostra storia comune, tale condizione era la regola e non l'eccezione. Chiaramente, il disturbo mentale non è il progresso.
L'ideologia non proviene dal nulla. Ha una fonte ben definita, e porta con sé i valori di coloro che le danno l'investitura. Essa porta con sé anche il loro disturbo mentale, pertanto ci sono alcune domande importanti che dobbiamo porci circa il contesto di cui ci imbeviamo e in cui impartiamo l'ideologia. Ad esempio, quello che facciamo per denaro impone forse dei parametri sul nostro pensiero e sulla nostra espressione personale, che sono irragionevoli, arbitrari e ideologici per natura? La nostra "istruzione" ha davvero a che fare con l’apprendimento, o è piuttosto un modo di cercare affermazione dagli altri? Il nostro cosiddetto "apprendimento" è soltanto un mezzo per realizzare un fine diverso dal suo vero valore intrinseco? La nostra mente è talmente ingombra di idoli (vale a dire, di nozioni di quello che crediamo di dover o non dover essere, o di come appariamo agli altri o a noi stessi) tanto che non siamo in grado di percepire le cose in maniera semplice e senza complicazioni psicologiche, e quindi di giungere oltre la mera ostentazione e le congetture a un processo decisionale efficace? La nostra mente potrà mai essere veramente libera da tali idoli, quando il denaro porta invariabilmente con sé (sebbene spesso tacitamente) i valori di chi lo emette, lo controlla e che pretende che vi ci si conformi? Siamo diventati una mera serie di risposte ad aspettative che non abbiamo mai nemmeno preso la briga di mettere in discussione o comprendere? Siamo perlomeno consapevoli dei patti che facciamo psicologicamente, o è tutto pressoché inconscio? Oppure, siamo consapevoli soltanto di quelle condizioni più tangibili e superficiali ma non di quelle psicologiche? Ci vuole una straordinaria autoconsapevolezza per rispondere a queste domande in maniera onesta. Pertanto, allontanarsi dai principali mezzi di comunicazione di massa forse non sarà di per sé sufficiente per un ritorno a un ordine mentale retto, ma è certamente, almeno, un inizio significativo.
La ricerca cruciale di un retto ordine mentale non è un gioco, né una sorta di futile sessione di affermazione reciproca. Né è una semplice merce che ci si può procurare sul mercato. Non è una questione di credenza o di mera congettura. Si tratta piuttosto di una questione di sperimentazione intelligente (ragionevole) e di scoperta, che è la vita stessa e, di fatto, è la porta stretta che ci porta ad essa. |
Siamo in grado di comprendere abbastanza bene che non dobbiamo mangiare cose malsane se vogliamo mantenere il nostro corpo in buona salute; perché allora non applichiamo lo stesso principio alla nostra mente? Chiaramente, quest’ultima è ben più importante, dal momento che la nostra esperienza fisica è sempre dominata dalla nostra esperienza psicologica. Non sto parlando di cibo materiale. L'informazione è il cibo della mente; una mente ben nutrita guarisce rapidamente. Vi prego di capire, non è una questione di credenza, è una questione di provare e vedere. In realtà, le nostre menti sono talmente affamate di buon nutrimento e di verità – verità pura, nuda e cruda, oltre qualsiasi retorica, sofisticheria e illusione (per non parlare di stupidità) – che non dobbiamo far altro che farle spazio, eliminando l’incessante flusso di spazzatura. State in guardia da qualsiasi nozione auto-ingannevole di moderazione e selettività a questo proposito, perché non si può venire a un compromesso con ciò che è marcio fino al midollo, e la luce non potrà mai condividere uno spazio con l'oscurità. Noi siamo i custodi delle nostre menti. Chi incolperemo se i ladri riescono ad entrare?
Potremmo essere in grado di mantenere un buon senso della misura riguardo a ciò che è fisicamente possibile e ciò che non lo è, quando guardiamo la TV o lo schermo cinematografico, ma per quanto riguarda ciò che è possibile e impossibile psicologicamente, la questione può risultare meno chiara. Siamo consapevoli della misura in cui siamo spaventati, traumatizzati, brutalizzati, desensibilizzati o disumanizzati da quello che vediamo e sentiamo? Siamo consapevoli della misura in cui veniamo complicati, confusi, o soggetti a iper-sessualizzazione e consumerizzazione da tutto ciò? Siamo consapevoli del suo effetto sulla nostra capacità di controllare i nostri desideri evitando che diventino i nostri nemici peggiori? Abbiamo un rapporto con la realtà oppure con una mera rappresentazione di essa? Portiamo quell'idolo con noi, psicologicamente, ovunque andiamo? È un idolo politicamente corretto?
I fatti oggettivi, signori, non sono politicamente corretti. Non hanno nulla a che fare con i parametri di pensiero soggettivamente preconcetti.
Sono quello che sono.
Nulla di nuovo sotto il sole. Si tratta di un assunto facilmente dimostrabile applicando una semplice modifica dal punto di vista semantico. Alla base di ogni disturbo psicologico si annidano i peccati, i nostri tanto quanto quelli degli altri (esiste anche una componente d'influenza demoniaca ma essa non può provocare disturbi psichici, a meno che non conduca essa stessa al peccato o ne tragga origine). Da tempo immemore l'uomo si dibatte nella sua natura peccaminosa e fronteggia le defezioni psichiche che ne derivano, cercando costantemente di tenere il peccato ma evitare il disturbo mentale, un'impresa essenzialmente puerile e destinata al continuo fallimento. La psichiatria costituisce semplicemente uno tra i più recenti di tali esercizi di futilità distruttiva. Attuando un'opera di convincimento che mira a definire il disturbo mentale alla stregua di una disfunzione fisica del cervello, l'industria della psichiatria e in particolar modo il modello medico-biologico tende di rimuovere dal disturbo mentale qualsiasi implicazione morale o spirituale, soprattutto quelle pertinenti al rapporto con l'Eterno Creatore e che donano alla Vita un significato profondo al di là del gretto materialismo. L'unico, sincero e decisivo rimedio ai disturbi psichici, siano essi radicati nel singolo o in una coscienza collettiva (adesso più che mai), è sempre lo stesso: pentirsi dei peccati e liberarsene. Che la verità non ci soddisfi o sia difforme rispetto alla moda ideologica del momento non rende la verità meno vera, e non lo farà mai. Il peccato corrisponde a un determinato agire che, nel lungo periodo e dal punto di vista generale, si configura come improduttivo per il bene superiore dell'individuo, della comunità e della nazione. Coloro i quali desiderano indugiare nel peccato alle spese del proprio benessere ultimo sono totalmente all'oscuro di cosa sia effettivamente tale benessere. Se fossero davvero a conoscenza di Lui, lo amerebbero più di ogni altra cosa al mondo. Purtroppo il peccato li ha resi schiavi del nemico, da cui sono stati raggirati con false promesse e illusioni ingannatrici. Si prega di consultare il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo per ricavare di più.
Note
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(1) La natura soggettiva della psichiatria la rende completamente prona a disdicevoli abusi di potere per via della mancanza di una base scientifica che ne attesti la reale validità ai fini del trattamento dei disturbi psichici dell'uomo oppure, cosa ben peggiore, a causa dell'assenza di scrupoli o etica professionale da parte del medico curante di turno. Quest'ultima possibilità ricorre inevitabilmente quando è possibile ricavare grandi profitti, acquisire influenza o autorità semplicemente elargendo farmaci e architettando malattie, senza che la pratica della psichiatria miri effettivamente a contribuire alla salute delle persone.
(2) Nello stesso anno della consegna del premio a Gorsky (2015), il rabbino Schneier venne insignito di un cavalierato papale, un ulteriore ossequioso e servile tributo pagato dal Vaticano alla comunità ebraica, i cui organi di stampa e altri media continueranno indubbiamente a garantire il proprio sostegno a quel soggetto vile all'interno delle mura vaticane che si professa Vicario di Cristo. Ecco ricevuta la sua ricompensa...
(3) "Gli imputati nella fattispecie infransero la legge onde trarre vantaggio dai cittadini più vulnerabili della nostra nazione: gli anziani e gli indigenti”. Così affermava Tony West, sostituto procuratore generale per la Divisione Civile del Dipartimento di Giustizia statunitense. Per visionare il documento completo fare clic qui. (Si noti: il documento è in inglese.)
(4) Nel 2006, al termine di una sorta di guerra di logoramento combattuta a base di raffiche di richieste e azioni giudiziarie ad opera di case farmaceutiche in possesso di budget praticamente senza limiti per lo scopo, la FDA si vide costretta a capitolare e autorizzò un'indicazione pediatrica relativa al Risperdal per quel che concerne i “sintomi d'irritabilità associati ai disturbi autistici”. Da alcune dichiarazioni giurate emerse che la FDA agì in tal senso sulla base di una documentazione presentata da Janssen, il quale aveva omesso nell'incartamento i dati sensibili provenienti da un importante studio che mostrava una chiara correlazione tra gli elevati livelli di ormone prolattina nei ragazzi che assumevano Risperdal e l'allarmante incidenza di una patologia denominata ginecomastia, la crescita sgradevole ed eccessiva delle mammelle alla stregua di una donna (era noto il fatto che il Risperidone, costituente attivo del Risperdal, provocasse l'innalzamento dei livelli di prolattina). Janssen aveva assicurato con l'inganno la FDA sulla mancanza di prove reali riguardanti la connessione tra ginecomastia e i livelli di prolattina. Si venne inoltre a sapere che gli statistici di Janssen, al momento di determinare quanti ragazzi avessero sviluppato la ginecomastia a seguito dell'assunzione del Risperdal, avevano inquinato i dati reali in maniera significativa mischiando le informazioni provenienti da 18 studi, la maggior parte dei quali non avevano una durata sufficientemente estesa da poter essere considerati rilevanti: la ginecomastia era nota per svilupparsi perlopiù soltanto in periodi di tempo prolungati. Ciononostante l'approvazione del Risperdal da parte della FDA per fini pediatrici resiste ancora oggi.
(5) Uno studio noto come RS-INT-41 mostrava già nel 2000 che sussisteva una relazione statisticamente significativa tra l'iperprolattinemia indotta da risperidone nei ragazzi e la ginecomastia. Rivelava inoltre che l'incidenza di quest'ultima nella popolazione maschile che assumeva il farmaco era piuttosto allarmante. Eppure, piuttosto che impegnarsi a rendere pubblici tali risultati e comunicarli alla comunità medica, Janssen sborsò migliaia di dollari per fare pubblicare un articolo sulle riviste di settore in cui manipolava e snaturava i dati in maniera fraudolenta (il famigerato “Findling article”). Nelle dichiarazioni giurate del dicembre 2012 l'endocrinologo pediatrico Denis Daneman, principale co-autore dell'articolo Findling, ammise che le conclusioni relative al rapporto critico tra prolattina e ginecomastia erano “imprecise” e “inesatte”. In un recente articolo di Steven Brill per l'Huffington Post (si veda il Capitolo 12) Daneman si spinse oltre, affermando di essersi “sentito usato e sfruttato dall'intera catena di eventi”. Aggiunse inoltre che “...la posizione di Johnson & Johnson è indifendibile. Ciò di cui si sono macchiati non può essere oggetto di dibattito. Hanno varcato la soglia. Il fatto che abbiano sottaciuto dei dati sensibili è semplicemente immorale”. Le controversie legali relative alla correlazione tra Risperdal e ginecomastia perdurano ancora oggi, con letteralmente migliaia di casi ancora in corso di valutazione.
(6) Sebbene esistano dei fattori genetici che possano determinare a livello fisico la propensione, la risposta e la tolleranza all'ingestione di alcol, non c'e nessuna prova che fattori genetici causino le condizioni psicologiche e spirituali che danno origine alla dipendenza da alcol (oppure qualche altra sostanza), sebbene possano determinare la scelta della sostanza che viene abusata come conseguenza delle predette condizioni psicologiche e spirituali.
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