Un documento di NotizieReali.org |
IL TALMUD SMASCHERATO
Gli insegnamenti segreti dei rabbini sui Cristiani
Di Rev. I.B. Pranaitis
Prete Cattolico; Maestro di Teologia e Professore di Lingua Ebraica
presso l'Accademia Ecclesiastica Imperiale della Chiesa Cattolica Romana in San Pietroburgo Vecchio.
(Traduzione dal testo latino)
San Pietroburgo Ufficio stampa dell'Accademia Imperiale delle Scienze
1892
Gli insegnamenti segreti dei rabbini sui Cristiani
Di Rev. I.B. Pranaitis
Prete Cattolico; Maestro di Teologia e Professore di Lingua Ebraica
presso l'Accademia Ecclesiastica Imperiale della Chiesa Cattolica Romana in San Pietroburgo Vecchio.
(Traduzione dal testo latino)
San Pietroburgo Ufficio stampa dell'Accademia Imperiale delle Scienze
1892
PARTE II
I PRECETTI DEL TALMUD CHE RIGUARDANO I CRISTIANI
Da quanto è stato dimostrato fin'ora, appare chiaro che, secondo l'insegmanento del Talmud, i cristiani sono idolatri e tenuti in odio agli ebrei. Di conseguenza, ogni ebreo che deisera piacere a Dio ha il dovere di osservare i precetti che furono trasmessi ai Padri della loro razza quando vivevano in Terra Santa e che riguardano i gentili idolatri, sia quelli che abitavano fra di loro che quelli che abitavano in paesi vicini.
L'ebreo perciò deve (1) Evitare i cristiani; (2) Fare tutto ciò che può per sterminarli.
I PRECETTI DEL TALMUD CHE RIGUARDANO I CRISTIANI
Da quanto è stato dimostrato fin'ora, appare chiaro che, secondo l'insegmanento del Talmud, i cristiani sono idolatri e tenuti in odio agli ebrei. Di conseguenza, ogni ebreo che deisera piacere a Dio ha il dovere di osservare i precetti che furono trasmessi ai Padri della loro razza quando vivevano in Terra Santa e che riguardano i gentili idolatri, sia quelli che abitavano fra di loro che quelli che abitavano in paesi vicini.
L'ebreo perciò deve (1) Evitare i cristiani; (2) Fare tutto ciò che può per sterminarli.
L'ebreo, per il fatto di appartenere alla razza eletta e di essere circonciso, possiede una tale dignità che nessuno, nemmeno un angelo, può essergli uguale. Infatti, egli viene considerato quasi uguale a Dio. "Colui che colpisce un israelita" dice il rabbino Chanina "agisce come se schiaffeggiasse la faccia della Divina Maestà di Dio."
L'ebreo è sempre considerato buono, nonostante certi peccati che possa commettere; nè possono i suoi peccati contaminarlo, più di quanto la sporcizia possa contaminare il gheriglio della noce, ma sporca solo il suo guscio. Solo l'ebreo è considerato un uomo; l'intero mondo gli appartiene e tutte le cose lo devono servire, specialmente "gli animali che hanno forma di uomini."
È perciò chiaro che essi considerano contaminanti tutti i contatti con i cristiani, in quanto detraggono dalla loro dignità. Perciò essi devono secondo la loro legge tenersi il più lontano possibile da tutti coloro che vivono e agiscono come fanno i cristiani.
1. L'EBREO NON DEVE SALUTARE IL CRISTIANO
Nel Gittin, (62a), si dice:
"L'ebreo non deve mai entrare nella casa di un Nokhri di giorno di festa per salutarlo. Comunque, se lo incontra per la strada, potrà salutarlo, ma brevemente e a testa china."
2.L'EBREO NON DEVE RICAMBIARE IL SALUTO DEL CRISTIANO
Nello Iore Dea (148,10) si dice:
"L'ebreo non deve ricambiare il saluto del cristiano inchinandosi davanti a lui. È bene perciò salutarlo per primo evitando così di rispondere in caso che l'Akum lo saluti per primo."
Il rabbino Kohana dice che quando un ebreo saluta un cristiano egli deve prima dire "Pace al mio Signore," intendendo con ciò il suo rabbino. Infatti il Tosephoth dice: "Perchè il suo cuore si rivolgeva al suo rabbino."
3. L'EBREO NON DEVE PRESENTARSI DAVANTI AD UN GIUDICE CRISTIANO
Nel Choshen Hammischpat (26,1) si dice:
"All'ebreo non è permesso portare il suo caso davanti ai giudici Akum, anche se la questione venisse giudicata secondo le decisioni della legge ebraica, e anche se entrambe le parti fossero d'accordo di attenersi a tali decisioni. Colui che lo fa è empio e simile ad uno che calunnia e bestemmia e che alza la mano contro la Legge trasmessa a noi da Mosè, il nostro grande legislatore. La Hagah dice 'Il Bethin ha il potere di scomunicare questa persona fino a che egli non liberi il suo fratello ebreo dalle mani dei gentili.'"
4. NON È PERMESSO USARE I CRISTIANI COME TESTIMONI
Nel Choshen Hammischpat (26.1) si dice:
"Il Goi o il suo servo è incapace ad agire come testimone."
5. ALL'EBREO NON È PERMESSO DI CIBARSI DI CIBO CRISTIANO
Nello Iore Dea (112,1) si dice:
"Gli anziani proibirono di mangiare il cibo degli Akum, per non sembrare di essere in rapporti di amicizia con loro."
E nell'Abhodah Zarah (35b) si dice:
"Le cose seguenti che appartengono ai Goim sono proibite: Latte che un Goi prende da una mucca, se non è presente un ebreo; anche il loro pane, ecc."
6. L'EBREO NON DEVE MAI AGIRE NEL MODO DEI CRISTIANI
Nello Iore Dea (178,1) si dice:
"Non è permesso imitare le usanze degli Akum e agire come loro. Non è permesso indossare abiti come gli Akum, e nemmeno pettinarsi come fanno loro .................... nè devono gli ebrei costruire case che assomiglino ai templi degli Akum."
Comunque, dato che non è possible osservare tutte queste regole in tutti i luoghi, la Hagah dice che, fino ad un certo punto, si possono fare eccezioni come nel caso in cui ciò tornasse a vantaggio di un ebreo - se, per esempio, un ebreo potesse trarre profitto da un commercio che richiede un certo tipo di abbigliamento.
L'ebreo è sempre considerato buono, nonostante certi peccati che possa commettere; nè possono i suoi peccati contaminarlo, più di quanto la sporcizia possa contaminare il gheriglio della noce, ma sporca solo il suo guscio. Solo l'ebreo è considerato un uomo; l'intero mondo gli appartiene e tutte le cose lo devono servire, specialmente "gli animali che hanno forma di uomini."
È perciò chiaro che essi considerano contaminanti tutti i contatti con i cristiani, in quanto detraggono dalla loro dignità. Perciò essi devono secondo la loro legge tenersi il più lontano possibile da tutti coloro che vivono e agiscono come fanno i cristiani.
1. L'EBREO NON DEVE SALUTARE IL CRISTIANO
Nel Gittin, (62a), si dice:
"L'ebreo non deve mai entrare nella casa di un Nokhri di giorno di festa per salutarlo. Comunque, se lo incontra per la strada, potrà salutarlo, ma brevemente e a testa china."
2.L'EBREO NON DEVE RICAMBIARE IL SALUTO DEL CRISTIANO
Nello Iore Dea (148,10) si dice:
"L'ebreo non deve ricambiare il saluto del cristiano inchinandosi davanti a lui. È bene perciò salutarlo per primo evitando così di rispondere in caso che l'Akum lo saluti per primo."
Il rabbino Kohana dice che quando un ebreo saluta un cristiano egli deve prima dire "Pace al mio Signore," intendendo con ciò il suo rabbino. Infatti il Tosephoth dice: "Perchè il suo cuore si rivolgeva al suo rabbino."
3. L'EBREO NON DEVE PRESENTARSI DAVANTI AD UN GIUDICE CRISTIANO
Nel Choshen Hammischpat (26,1) si dice:
"All'ebreo non è permesso portare il suo caso davanti ai giudici Akum, anche se la questione venisse giudicata secondo le decisioni della legge ebraica, e anche se entrambe le parti fossero d'accordo di attenersi a tali decisioni. Colui che lo fa è empio e simile ad uno che calunnia e bestemmia e che alza la mano contro la Legge trasmessa a noi da Mosè, il nostro grande legislatore. La Hagah dice 'Il Bethin ha il potere di scomunicare questa persona fino a che egli non liberi il suo fratello ebreo dalle mani dei gentili.'"
4. NON È PERMESSO USARE I CRISTIANI COME TESTIMONI
Nel Choshen Hammischpat (26.1) si dice:
"Il Goi o il suo servo è incapace ad agire come testimone."
5. ALL'EBREO NON È PERMESSO DI CIBARSI DI CIBO CRISTIANO
Nello Iore Dea (112,1) si dice:
"Gli anziani proibirono di mangiare il cibo degli Akum, per non sembrare di essere in rapporti di amicizia con loro."
E nell'Abhodah Zarah (35b) si dice:
"Le cose seguenti che appartengono ai Goim sono proibite: Latte che un Goi prende da una mucca, se non è presente un ebreo; anche il loro pane, ecc."
6. L'EBREO NON DEVE MAI AGIRE NEL MODO DEI CRISTIANI
Nello Iore Dea (178,1) si dice:
"Non è permesso imitare le usanze degli Akum e agire come loro. Non è permesso indossare abiti come gli Akum, e nemmeno pettinarsi come fanno loro .................... nè devono gli ebrei costruire case che assomiglino ai templi degli Akum."
Comunque, dato che non è possible osservare tutte queste regole in tutti i luoghi, la Hagah dice che, fino ad un certo punto, si possono fare eccezioni come nel caso in cui ciò tornasse a vantaggio di un ebreo - se, per esempio, un ebreo potesse trarre profitto da un commercio che richiede un certo tipo di abbigliamento.
Non si sa quanto spesso l'ebreo debba lavarsi e purificarsi, e nemmeno quanto debba studiare per evitare tutto ciò che può contaminarlo. Il Talmud insegna, comunque, che i cristiani sono persone il cui semplice contatto tattile rende le cose immonde. Nell'Abhodah Zarah (72b) si legge: "Un certo uomo stava versando del vino da un contenitore ad un altro per mezzo di un tubo, quando un Goi venne e toccò il tubo con la mano. Il risultato fu che tutto il vino (di entrambi i contenitori) dovette essere gettato via."
Tutti i recipienti, perciò, devono essere lavati se l'ebreo l'ha acquisito da un cristiano, anche se non è mai stato usato. Nello Iore Dea (120,1) si dice: "Se un ebreo compra da un Akum un recipiente per usarlo a tavola, sia che sia fatto di metallo, di vetro o di piombo, anche se è nuovo, lo dovrà lavare in un Mikvah (grande catino), o in una cisterna che tenga quaranta quarti d'acqua."
Tutti i recipienti, perciò, devono essere lavati se l'ebreo l'ha acquisito da un cristiano, anche se non è mai stato usato. Nello Iore Dea (120,1) si dice: "Se un ebreo compra da un Akum un recipiente per usarlo a tavola, sia che sia fatto di metallo, di vetro o di piombo, anche se è nuovo, lo dovrà lavare in un Mikvah (grande catino), o in una cisterna che tenga quaranta quarti d'acqua."
1. L'EBREO DOVRÀ EVITARE TUTTI I CONTATTI CON ESSI NEI LORO GIORNI DI CULTO AI LORO DEI.
Affinchè l'ebreo non diventi occasione di peccato per il cristiano idolatro, secondo il precetto di Levit. XIX,14: Non porre una pietra d'inciampo davanti al cieco- egli dovrà evitare tutti i contatti con essi nei loro giorni di culto ai loro dei. Nell'Abhodah Zarah (2a) si dice:
"Non è permesso comperare o vendere loro alcunchè nei tre giorni che precedono le loro feste idolatriche. È anche proibito concedere o accettare aiuto da loro, scambiare denaro con loro, rimborsare loro un prestito o permettere loro di rimborsare i loro prestiti."
Nell'Abhodah Zarah, 78c (il Perusch di Maimonide, fol.8), si dice:
"Tutte le feste dei seguaci di Gesù sono proibite, e noi dobbiamo comportarci nei loro confronti come faremmo con gli idolatri. Il primo giorno della settimana è la loro festa principale, ed è perciò proibito intrattenere, nel loro giorno di sabato, qualsiasi contatto d'affari con coloro che credono in Gesù. Riguardo il loro sabato, noi dobbiamo osservare le stesse regole che osserviamo per le festività degli idolatri, come insegna il Talmud."
2. L'EBREO NON DEVE USARE ALCUNA COSA CHE RIGUARDI IL CULTO DEI CRISTIANI.
Nello Iore Dea (139,1) si dice:
"È proibito avere a che fare con gli idoli e con qualsiasi cosa venga usata per il loro tipo di culto, sia che sia fatta dagli Akum o dagli ebrei."
3. È PROIBITO VENDERE AI CRISTIANI QUALSIASI COSA CHE SERVA PER IL LORO CULTO IDOLATRICO.
Nell'Abhodah Zarah (14b, Toseph) si dice:
"È sempre proibito vendere incenso ad un prete idolatra, infatti è evidente che quando egli lo chiede, lo vuole per il solo scopo di offrirlo al suo idolo. Perciò, chiunque glielo venda, pecca contro il precetto che ci proibisce di porre una pietra d'inciampo davanti al cieco. È anche proibito vendere candele ai gentili per la loro Festa delle Candele. Le candele comunque possono essere loro vendute negli altri giorni. Nè è permesso vendere un calice ad un gentile che l'ebreo abbia comprato dopo che è stato rotto e gettato via da un Goi. È permesso rivenderlo ad un gentile dopo che sia stato completamente rifatto. Infatti, dopo che è stato rotto una sola volta, esso può essere ancora usato per contenere il vino che offrono in onore del loro idolo."
Segue poi la proibizione circa la vendita di libri ai preti cristiani, come abbiamo visto sopra. Anche il lavoro di rilegare tali libri è proibito per gli ebrei. Nello Iore Dea (139,15) si dice:
"È proibito rilegare i libri degli Akum, con l'eccezione dei libri di legge. È permesso, comunque, se il rifiuto do farlo dovesse causare ostilità, ma solo dopo che ogni sforzo sia stato fatto per rifiutare tale lavoro." Similmente, nello Iore Dea (151,1, Hagah):
"Non è permesso vendere acqua ad un Akum se si sa che verrà usata come acqua battesimale."
Si fa menzione anche di molte altre cose che è proibito vendere ai cristiani, come: stoffa che possa essere usata per confezionare vestimenti sacerdotali e bandiere; carta e inchiostro che possa essere usata per scrivere libri riguardanti il loro culto. È proibito vendere, o anche dare in affitto, ai cristiani case che verranno usate come luoghi di culto. Oggigiorno, comunque, gli ebrei commerciano con i cristiani specialmente nei giorni delle feste cristiane e vendono loro delle case ben sapendo che certi sacramenti verranno amministrati in esse, come il Battesimo, la Santa Comunione e l'Estrema Unzione. Il Talmud non può dare nessuna spiegazione di ciò, e nell'Abhodah Zarah (2a, Toseph) si dice:
"È difficile dire con quale diritto gli ebrei oggigiorno commercino con i Goim nei loro giorni (malvagi) di festa. Infatti, sebbene molti di essi commettano tutti i tipi di perversione e atti licenziosi nei loro giorni di festa in onore di santi che non considerano dei, eppure ogni settimana essi celebrano il Giorno del Nazzareno [Domenica] che ci è sempre stato proibito."
Bartenora, comunque, nel suo commentario sull'Abhodah Zarah (I,2,fol.7b) dice:
"Dato che, mentre siamo in cattività, non possiamo vivere senza commerciare con loro e dipendiamo da loro per il nostro nutrimento, e dobbiamo temerli, è proibito commerciare con loro solo nei loro giorni di festa. Inoltre, è ora permesso commerciare ocn loro anche nei giorni stessi delle loro feste, perchè i rabbini sono convinti che non pratichino il culto dei loro idoli solo perchè commerciano con noi. E ciò che è proibito in questo libro deve essere considerato come riferentesi direttamente all'idolatria."
Il rabbino Tam comunque, sostiene che la Mischnah proibisce solamente di vendere agli idolatri cose che essi useranno per il culto degli idoli, dato che essi si rallegrano e adorano i loro idoli in quanto ottengono le cose necessarie per tale culto. Egli lo spiega così (nell'Abhodah Zarah, 2a, Toseph):
"Nessuno dovrebbe meravigliarsi di questa nostra usanza. Infatti, sebbene noi li consideriamo idolatri, essi possono solo offrire quello che comperano con il denaro. Per cui, il nostro guadagno e la loro gioia non è il motivo di questa proibizione, in quanto essi avrebbero abbastanza denaro per queste cose, anche se noi non commerciassimo con loro."
4. QUESTA PROIBIZIONE NON SI APPLICA NEL CASO DEGLI ATEI
Nello Iore Dea (148,5) si dice:
"È permesso inviare un regalo ad un Akum in uno dei loro giorni di festa se si sa che egli non crede negli idoli e che non rende loro nessun culto." Maimonide dice la stessa cosa nello Hilkhoth Akum (IX,2):
"È sbagliato anche inviare un regalo ad un Goi nei loro giorni di festa a meno che non si sia certi che egli non crede nel culto degli idoli cristiani, e non li serva."
Affinchè l'ebreo non diventi occasione di peccato per il cristiano idolatro, secondo il precetto di Levit. XIX,14: Non porre una pietra d'inciampo davanti al cieco- egli dovrà evitare tutti i contatti con essi nei loro giorni di culto ai loro dei. Nell'Abhodah Zarah (2a) si dice:
"Non è permesso comperare o vendere loro alcunchè nei tre giorni che precedono le loro feste idolatriche. È anche proibito concedere o accettare aiuto da loro, scambiare denaro con loro, rimborsare loro un prestito o permettere loro di rimborsare i loro prestiti."
Nell'Abhodah Zarah, 78c (il Perusch di Maimonide, fol.8), si dice:
"Tutte le feste dei seguaci di Gesù sono proibite, e noi dobbiamo comportarci nei loro confronti come faremmo con gli idolatri. Il primo giorno della settimana è la loro festa principale, ed è perciò proibito intrattenere, nel loro giorno di sabato, qualsiasi contatto d'affari con coloro che credono in Gesù. Riguardo il loro sabato, noi dobbiamo osservare le stesse regole che osserviamo per le festività degli idolatri, come insegna il Talmud."
2. L'EBREO NON DEVE USARE ALCUNA COSA CHE RIGUARDI IL CULTO DEI CRISTIANI.
Nello Iore Dea (139,1) si dice:
"È proibito avere a che fare con gli idoli e con qualsiasi cosa venga usata per il loro tipo di culto, sia che sia fatta dagli Akum o dagli ebrei."
3. È PROIBITO VENDERE AI CRISTIANI QUALSIASI COSA CHE SERVA PER IL LORO CULTO IDOLATRICO.
Nell'Abhodah Zarah (14b, Toseph) si dice:
"È sempre proibito vendere incenso ad un prete idolatra, infatti è evidente che quando egli lo chiede, lo vuole per il solo scopo di offrirlo al suo idolo. Perciò, chiunque glielo venda, pecca contro il precetto che ci proibisce di porre una pietra d'inciampo davanti al cieco. È anche proibito vendere candele ai gentili per la loro Festa delle Candele. Le candele comunque possono essere loro vendute negli altri giorni. Nè è permesso vendere un calice ad un gentile che l'ebreo abbia comprato dopo che è stato rotto e gettato via da un Goi. È permesso rivenderlo ad un gentile dopo che sia stato completamente rifatto. Infatti, dopo che è stato rotto una sola volta, esso può essere ancora usato per contenere il vino che offrono in onore del loro idolo."
Segue poi la proibizione circa la vendita di libri ai preti cristiani, come abbiamo visto sopra. Anche il lavoro di rilegare tali libri è proibito per gli ebrei. Nello Iore Dea (139,15) si dice:
"È proibito rilegare i libri degli Akum, con l'eccezione dei libri di legge. È permesso, comunque, se il rifiuto do farlo dovesse causare ostilità, ma solo dopo che ogni sforzo sia stato fatto per rifiutare tale lavoro." Similmente, nello Iore Dea (151,1, Hagah):
"Non è permesso vendere acqua ad un Akum se si sa che verrà usata come acqua battesimale."
Si fa menzione anche di molte altre cose che è proibito vendere ai cristiani, come: stoffa che possa essere usata per confezionare vestimenti sacerdotali e bandiere; carta e inchiostro che possa essere usata per scrivere libri riguardanti il loro culto. È proibito vendere, o anche dare in affitto, ai cristiani case che verranno usate come luoghi di culto. Oggigiorno, comunque, gli ebrei commerciano con i cristiani specialmente nei giorni delle feste cristiane e vendono loro delle case ben sapendo che certi sacramenti verranno amministrati in esse, come il Battesimo, la Santa Comunione e l'Estrema Unzione. Il Talmud non può dare nessuna spiegazione di ciò, e nell'Abhodah Zarah (2a, Toseph) si dice:
"È difficile dire con quale diritto gli ebrei oggigiorno commercino con i Goim nei loro giorni (malvagi) di festa. Infatti, sebbene molti di essi commettano tutti i tipi di perversione e atti licenziosi nei loro giorni di festa in onore di santi che non considerano dei, eppure ogni settimana essi celebrano il Giorno del Nazzareno [Domenica] che ci è sempre stato proibito."
Bartenora, comunque, nel suo commentario sull'Abhodah Zarah (I,2,fol.7b) dice:
"Dato che, mentre siamo in cattività, non possiamo vivere senza commerciare con loro e dipendiamo da loro per il nostro nutrimento, e dobbiamo temerli, è proibito commerciare con loro solo nei loro giorni di festa. Inoltre, è ora permesso commerciare ocn loro anche nei giorni stessi delle loro feste, perchè i rabbini sono convinti che non pratichino il culto dei loro idoli solo perchè commerciano con noi. E ciò che è proibito in questo libro deve essere considerato come riferentesi direttamente all'idolatria."
Il rabbino Tam comunque, sostiene che la Mischnah proibisce solamente di vendere agli idolatri cose che essi useranno per il culto degli idoli, dato che essi si rallegrano e adorano i loro idoli in quanto ottengono le cose necessarie per tale culto. Egli lo spiega così (nell'Abhodah Zarah, 2a, Toseph):
"Nessuno dovrebbe meravigliarsi di questa nostra usanza. Infatti, sebbene noi li consideriamo idolatri, essi possono solo offrire quello che comperano con il denaro. Per cui, il nostro guadagno e la loro gioia non è il motivo di questa proibizione, in quanto essi avrebbero abbastanza denaro per queste cose, anche se noi non commerciassimo con loro."
4. QUESTA PROIBIZIONE NON SI APPLICA NEL CASO DEGLI ATEI
Nello Iore Dea (148,5) si dice:
"È permesso inviare un regalo ad un Akum in uno dei loro giorni di festa se si sa che egli non crede negli idoli e che non rende loro nessun culto." Maimonide dice la stessa cosa nello Hilkhoth Akum (IX,2):
"È sbagliato anche inviare un regalo ad un Goi nei loro giorni di festa a meno che non si sia certi che egli non crede nel culto degli idoli cristiani, e non li serva."
Non c'è nulla di cui gli ebrei siano più convinti del male che i cristiani possano fare ai figli di Israele. A causa di ciò, i capi del popolo eletto hanno sempre insegnato agli ebrei di non accettare aiuto dai cristiani in quanto essi faranno sempre ricorso all'omicidio e ad altri crimini tutte le volte che non riusciranno a conseguire i loro scopi perversi. Così, l'ebreo non deve assumere dei cristiani per prestare opera di balia o insegnante dei suoi bambini, o di barbiere, medico od ostetrico.
1. NON COME BALIA
Nello Iore Dea (81,7, Hagah) si dice:
"Se è possibile assumere un israelita, non bisogna assumere un Nokhri come balia per i bambini; infatti, il latte di una Nokhrith indurisce il cuore del bambino e gli infonde una natura perversa."
2. NON COME INSEGNANTE
Nello Iore Dea (155,1, Hagah) si dice:
"Il bambino non deve essere affidato agli Akum per imparare l'educazione, la letteratura e le arti, infatti essi lo condurranno all'eresia."
3. NON COME MEDICO
Nello Iore Dea (155,1) si dice:
"Quando un ebreo è in qualche modo ferito, anche così gravemente da dovere infrangere il sabato facendo chiamare un medico, egli non deve affidarsi ad un medico cristiano (Akum) che non sia conosciuto a tutti nel vicinato; infatti, noi dobbiamo premunirci contro il versamento di sangue. Anche se non si sa se il paziente vivrà o morrà, non si dovrà permettere a tale medico di curarlo. Se, comunque, si è sicuri che morrà, allora tale medico può curarlo, dato che un'ora di meno da vivere non è una gran perdita. Se l'Akum insiste che una certa medicina è buona, è permesso credergli, ma non acquistatela da lui. Alcuni dicono che ciò si applica solo quando l'Akum offre i suoi servizi gratuitamente e che si può accettare ogni volta che viene pagato. Ma si può essere sicuri che essi non farebbero del male ad un ebreo solo per amor di denaro."
Nel Pesachim (2ga) si dice:
"Il rabbino Jochanan dice: l'assistenza medica di chiunque può essere accettata eccetto quella degli idolatri, dai fornicatori, e dagli assassini."
4. NON COME BARBIERE
Nello Iore Dea (156,1) si dice:
"Non è lecito farsi radere da un Akum a meno che non si sia accompagnati da amici ebrei. Alcuni dicono che non è permesso farsi radere da un Akum anche se altri sono presenti, a meno che non ci si possa vedere in uno specchio."
5. NON COME OSTETRICA
Nell'Abhodah Zarah (26a) si dice:
"I nostri rabbini ci hanno trasmesso l'insegnamento che non si può permettere alla donna straniera di agire da ostetrica alla nascita di un figlio di Israele, perchè gli stranieri indulgono nello spargimento di sangue. Gli anziani, comunque, dicono che una donna straniera può prestare questo tipo di assistenza purchè siano presenti altre donne ebree e non sia mai lasciata sola. Il rabbino Meir, comunque, dice che ciò non è permesso nemmeno quando altre donne sono presenti. Infatti, spesso avviene che schiaccino con la mano la morbida testa del bambino e lo uccidano; e questo può essere fatto senza che nessuno delle presenti lo noti."
1. NON COME BALIA
Nello Iore Dea (81,7, Hagah) si dice:
"Se è possibile assumere un israelita, non bisogna assumere un Nokhri come balia per i bambini; infatti, il latte di una Nokhrith indurisce il cuore del bambino e gli infonde una natura perversa."
2. NON COME INSEGNANTE
Nello Iore Dea (155,1, Hagah) si dice:
"Il bambino non deve essere affidato agli Akum per imparare l'educazione, la letteratura e le arti, infatti essi lo condurranno all'eresia."
3. NON COME MEDICO
Nello Iore Dea (155,1) si dice:
"Quando un ebreo è in qualche modo ferito, anche così gravemente da dovere infrangere il sabato facendo chiamare un medico, egli non deve affidarsi ad un medico cristiano (Akum) che non sia conosciuto a tutti nel vicinato; infatti, noi dobbiamo premunirci contro il versamento di sangue. Anche se non si sa se il paziente vivrà o morrà, non si dovrà permettere a tale medico di curarlo. Se, comunque, si è sicuri che morrà, allora tale medico può curarlo, dato che un'ora di meno da vivere non è una gran perdita. Se l'Akum insiste che una certa medicina è buona, è permesso credergli, ma non acquistatela da lui. Alcuni dicono che ciò si applica solo quando l'Akum offre i suoi servizi gratuitamente e che si può accettare ogni volta che viene pagato. Ma si può essere sicuri che essi non farebbero del male ad un ebreo solo per amor di denaro."
Nel Pesachim (2ga) si dice:
"Il rabbino Jochanan dice: l'assistenza medica di chiunque può essere accettata eccetto quella degli idolatri, dai fornicatori, e dagli assassini."
4. NON COME BARBIERE
Nello Iore Dea (156,1) si dice:
"Non è lecito farsi radere da un Akum a meno che non si sia accompagnati da amici ebrei. Alcuni dicono che non è permesso farsi radere da un Akum anche se altri sono presenti, a meno che non ci si possa vedere in uno specchio."
5. NON COME OSTETRICA
Nell'Abhodah Zarah (26a) si dice:
"I nostri rabbini ci hanno trasmesso l'insegnamento che non si può permettere alla donna straniera di agire da ostetrica alla nascita di un figlio di Israele, perchè gli stranieri indulgono nello spargimento di sangue. Gli anziani, comunque, dicono che una donna straniera può prestare questo tipo di assistenza purchè siano presenti altre donne ebree e non sia mai lasciata sola. Il rabbino Meir, comunque, dice che ciò non è permesso nemmeno quando altre donne sono presenti. Infatti, spesso avviene che schiaccino con la mano la morbida testa del bambino e lo uccidano; e questo può essere fatto senza che nessuno delle presenti lo noti."
I seguaci di "quell'uomo," il cui nome per gli ebrei significa "Possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati," non devono essere considerati diversi da gente di cui è bene liberarsi. Coloro che tengono i figli di Israele in cattività sono chiamati romani e tiranni, e con la loro distruzione gli ebrei saranno stati liberati da questa quarta cattività. Ogni ebreo è perciò tenuto a fare tutto quello che può per distruggere l'empio regno degli edomiti (Roma) che governa il mondo intero. Siccome, però, non è sempre e dovunque possibile effettuare questo sterminio di cristiani, il Talmud ordina che essi siano attaccati almeno indirettamente, e cioè: di causare loro del male in tutti i modi possibili, e di ridurre con questo mezzo il loro potere al fine di aiutare la loro distruzione finale. Quando possibile, l'ebreo deve uccidere i cristiani, e farlo senza pietà.
L'ebreo ha l'obbligo di fare del male ai cristiani per quanto egli possa, sia indirettamente - non aiutandolo in nessuna maniera - che direttamente -distruggendo i loro piani e progetti; nè deve salvare il cristiano in pericolo di morte.
Nello Zohar (1,25b) si legge:
"Coloro che fanno del bene all'Akum ... non sorgeranno dai morti."
A volte è permesso fare del bene ai cristiani, ma solo per aiutare Israele, cioè, per amore di pace e per nascondere l'odio nutrito verso di essi. Maimonide nello Hilkhoth Akum (X,6) dice:
"È permesso aiutare i gentili bisognosi così come gli ebrei bisognosi, per amore di pace... "
Nello Iore Dea (148,12 Hagah) si legge:
"Perciò, se tu entrerai in una città e troverai che vi si celebra una festa, tu potrai fingere di rallegrartene assieme a loro per nascondere il tuo odio. Coloro che tengono alla salvezza della loro anima, comunque, dovranno tenersi lontani da tali celebrazioni. Si dovrebbe far sapere che è cosa odiosa rallegrarsi con loro, se ciò può essere fatto senza incorrere nella loro inimicizia."
1. NON È PERMESSO LODARE UN CRISTIANO
Nell'Abhodah Zarah (20,a, Toseph) si legge:
"Non dite niente a loro lode, affinchè non si dica: Com'è buono quel goi."
In questa maniera, essi spiegano le parole del Deuteronomio (VII,2) ... e tu non mostrerai loro (goim) nessuna misericordia, come citato nella Gemarah. Il rabbino S. Iarchi spiega questo passo della Bibbia come segue:
"Non fate loro nessun complimento; è infatti proibito dire: com'è buono quel goi!"
Nello Iore Dea (151,14) si legge:
"A nessuno è permesso lodarli o dire quanto sia buono un Akum. Tanto meno lodare quello che fanno o raccontare di loro cose che tornino a loro gloria. Se, comunque, lodandoli si intende rendere gloria a Dio, e cioè, in quanto egli ha creato delle belle creature, allora è permesso farlo."
2. ALL'EBREO NON È PERMESSO MENZIONARE LE COSE CHE I CRISTIANI USANO PER IL LORO CULTO IDOLATRICO.
Nello Hilkhoth Akum (V,12) si legge:
"È inoltre proibito menzionare l'Akum; è infatti scritto (Exodus XXIII,13): ... non menzionare gli altri dei."
3. SI DEVE PARLARE DEI LORO IDOLI CON SPREGIO
Nello Iore dea (146,15) si legge:
"I loro idoli devono essere distrutti, o chiamati con nomi spregevoli."
Ibidem, (147,5):
"È permesso deridere gli idoli, ed è proibito dire ad un goi: Dio ti aiuti, oppure ti auguro di riuscire."
Il rabbino Bechai, spiegando il testo del Deuteronomio sull'odio verso l'idolatria, dice:
"Le Scritture insegnano di odiare gli idoli e di chiamarli con nomi ignominiosi. Perciò, se il nome di una chiesa è Bethgalia - "casa di magnificenza," essa dovrebbe essere chiamata Bethkaria - casa insignificante, porcile, latrina. Questa parola karia infatti, denota un luogo basso, un tugurio."
In diversi punti gli ebrei danno nomi ignominiosi alle cose cristiane. Non è fuori luogo elencarne qui di seguito alcuni che essi danno a cose e persone considerate care e sante dai cristiani:
GESÙ viene ignominiosamente chiamato Jeschu- che significa 'Possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati'. In ebraico, il suo vero nome è Jeschua che significa Redenzione (Salvamento).
MARIA LA MADRE DI GESÙ', viene chiamata Charia - sterco, escrementi (tedesco Dreck). In ebraico il suo vero nome è Miriam.
I SANTI CRISTIANI, per cui la parola in ebraico è Kedoshim, sono chiamati Kededchim, (cinaedos)- uomini effeminati (Fate). Le sante sono chiamate Kedeschoth, Puttane.
LA DOMENICA viene chiamata il giorno della calamità.
LA FESTA DI NATALE viene chiamata Nital, che indica sterminio.
PASQUA non viene chiamata con il suo nome corretto Pesach (Pasqua ebraica), ma Ketsach, che significa abbattere; oppure Kesach, impiccagione. UNA CHIESA CRISTIANA non viene chiamata Beth Hattefillah, Casa di Preghiera, ma Beth Hattiflah, Casa di Vanità, Casa del Male.
I LIBRI DEL VANGELO sono chiamati Aavon Gilaion, Libri di Iniquità.
I SACRIFICI CRISTINAI sono chiamati Offerte di Sterco. Nel Talmud di Jerusalemme (fol.13b) si trova quanto segue:
"Colui che li vede mezabbelim (defecare - offrire il sacrificio) di fronte al loro idolo, deve dire (Esodo XXII, 20):
Colui che sacrifica ad un idolo, sia completamente distrutto."
II rabbino Iarchi (riferendosi a Num. XXV,3), insegna che i gentili onorano il loro Dio defecando davanti a lui.
UNA RAGAZZA CRISTIANA che lavora per gli ebrei nel loro giorno di Sabato viene chiamata Schaw-wesschicksel, Immondizia del Sabato.
4. GLI EBREI NON POSSONO FARE REGALI AI CRISTIANI
Nello Hilkhoth Akum (X5) si legge:
"È proibito fare regali ai goim. Ma è permesso farli ad un convertito che vive fra gli ebrei; è detto, infatti: 'Datelo da mangiare al viaggiatore che si ferma nelle vostre città, oppure vendetelo ad un gentile, cioè, vendetelo, non datelo'."
Nello Iore Dea (151,11) si legge:
"È proibito fare dei regali all'Akum con il quale l'ebreo non deve intrattenersi amichevolmente."
Il Talmud, comunque, permette agli ebrei di fare doni a gentili che egli conosce e dai quali egli spera di avere qualcosa in cambio.
5. È PROIBITO ALL' EBREO VENDERE LA PROPRIA FATTORIA AD UN CRISTIANO
Nello Iore Dea (334,43) si legge:
"L'ebreo dovrà essere ripudiato in 24 casi, cioè... 8° caso: Chiunque venda la sua fattoria agli Akum deve essere mandato in esilio - a meno che egli non si impegni a risarcire tutto il danno causato agli ebrei che devono subire un Akum come vicino."
6. È PROIBITO INSEGNARE UN'ATTIVITA' COMMERCIALE AI CRISTIANI
Nello Iore Dea (154,2) si legge:
"Non è permesso insegnare alcuna attività commerciale agli Akum"
"Coloro che fanno del bene all'Akum ... non sorgeranno dai morti."
A volte è permesso fare del bene ai cristiani, ma solo per aiutare Israele, cioè, per amore di pace e per nascondere l'odio nutrito verso di essi. Maimonide nello Hilkhoth Akum (X,6) dice:
"È permesso aiutare i gentili bisognosi così come gli ebrei bisognosi, per amore di pace... "
Nello Iore Dea (148,12 Hagah) si legge:
"Perciò, se tu entrerai in una città e troverai che vi si celebra una festa, tu potrai fingere di rallegrartene assieme a loro per nascondere il tuo odio. Coloro che tengono alla salvezza della loro anima, comunque, dovranno tenersi lontani da tali celebrazioni. Si dovrebbe far sapere che è cosa odiosa rallegrarsi con loro, se ciò può essere fatto senza incorrere nella loro inimicizia."
1. NON È PERMESSO LODARE UN CRISTIANO
Nell'Abhodah Zarah (20,a, Toseph) si legge:
"Non dite niente a loro lode, affinchè non si dica: Com'è buono quel goi."
In questa maniera, essi spiegano le parole del Deuteronomio (VII,2) ... e tu non mostrerai loro (goim) nessuna misericordia, come citato nella Gemarah. Il rabbino S. Iarchi spiega questo passo della Bibbia come segue:
"Non fate loro nessun complimento; è infatti proibito dire: com'è buono quel goi!"
Nello Iore Dea (151,14) si legge:
"A nessuno è permesso lodarli o dire quanto sia buono un Akum. Tanto meno lodare quello che fanno o raccontare di loro cose che tornino a loro gloria. Se, comunque, lodandoli si intende rendere gloria a Dio, e cioè, in quanto egli ha creato delle belle creature, allora è permesso farlo."
2. ALL'EBREO NON È PERMESSO MENZIONARE LE COSE CHE I CRISTIANI USANO PER IL LORO CULTO IDOLATRICO.
Nello Hilkhoth Akum (V,12) si legge:
"È inoltre proibito menzionare l'Akum; è infatti scritto (Exodus XXIII,13): ... non menzionare gli altri dei."
3. SI DEVE PARLARE DEI LORO IDOLI CON SPREGIO
Nello Iore dea (146,15) si legge:
"I loro idoli devono essere distrutti, o chiamati con nomi spregevoli."
Ibidem, (147,5):
"È permesso deridere gli idoli, ed è proibito dire ad un goi: Dio ti aiuti, oppure ti auguro di riuscire."
Il rabbino Bechai, spiegando il testo del Deuteronomio sull'odio verso l'idolatria, dice:
"Le Scritture insegnano di odiare gli idoli e di chiamarli con nomi ignominiosi. Perciò, se il nome di una chiesa è Bethgalia - "casa di magnificenza," essa dovrebbe essere chiamata Bethkaria - casa insignificante, porcile, latrina. Questa parola karia infatti, denota un luogo basso, un tugurio."
In diversi punti gli ebrei danno nomi ignominiosi alle cose cristiane. Non è fuori luogo elencarne qui di seguito alcuni che essi danno a cose e persone considerate care e sante dai cristiani:
GESÙ viene ignominiosamente chiamato Jeschu- che significa 'Possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati'. In ebraico, il suo vero nome è Jeschua che significa Redenzione (Salvamento).
MARIA LA MADRE DI GESÙ', viene chiamata Charia - sterco, escrementi (tedesco Dreck). In ebraico il suo vero nome è Miriam.
I SANTI CRISTIANI, per cui la parola in ebraico è Kedoshim, sono chiamati Kededchim, (cinaedos)- uomini effeminati (Fate). Le sante sono chiamate Kedeschoth, Puttane.
LA DOMENICA viene chiamata il giorno della calamità.
LA FESTA DI NATALE viene chiamata Nital, che indica sterminio.
PASQUA non viene chiamata con il suo nome corretto Pesach (Pasqua ebraica), ma Ketsach, che significa abbattere; oppure Kesach, impiccagione. UNA CHIESA CRISTIANA non viene chiamata Beth Hattefillah, Casa di Preghiera, ma Beth Hattiflah, Casa di Vanità, Casa del Male.
I LIBRI DEL VANGELO sono chiamati Aavon Gilaion, Libri di Iniquità.
I SACRIFICI CRISTINAI sono chiamati Offerte di Sterco. Nel Talmud di Jerusalemme (fol.13b) si trova quanto segue:
"Colui che li vede mezabbelim (defecare - offrire il sacrificio) di fronte al loro idolo, deve dire (Esodo XXII, 20):
Colui che sacrifica ad un idolo, sia completamente distrutto."
II rabbino Iarchi (riferendosi a Num. XXV,3), insegna che i gentili onorano il loro Dio defecando davanti a lui.
UNA RAGAZZA CRISTIANA che lavora per gli ebrei nel loro giorno di Sabato viene chiamata Schaw-wesschicksel, Immondizia del Sabato.
4. GLI EBREI NON POSSONO FARE REGALI AI CRISTIANI
Nello Hilkhoth Akum (X5) si legge:
"È proibito fare regali ai goim. Ma è permesso farli ad un convertito che vive fra gli ebrei; è detto, infatti: 'Datelo da mangiare al viaggiatore che si ferma nelle vostre città, oppure vendetelo ad un gentile, cioè, vendetelo, non datelo'."
Nello Iore Dea (151,11) si legge:
"È proibito fare dei regali all'Akum con il quale l'ebreo non deve intrattenersi amichevolmente."
Il Talmud, comunque, permette agli ebrei di fare doni a gentili che egli conosce e dai quali egli spera di avere qualcosa in cambio.
5. È PROIBITO ALL' EBREO VENDERE LA PROPRIA FATTORIA AD UN CRISTIANO
Nello Iore Dea (334,43) si legge:
"L'ebreo dovrà essere ripudiato in 24 casi, cioè... 8° caso: Chiunque venda la sua fattoria agli Akum deve essere mandato in esilio - a meno che egli non si impegni a risarcire tutto il danno causato agli ebrei che devono subire un Akum come vicino."
6. È PROIBITO INSEGNARE UN'ATTIVITA' COMMERCIALE AI CRISTIANI
Nello Iore Dea (154,2) si legge:
"Non è permesso insegnare alcuna attività commerciale agli Akum"
Dato che i goim servono gli ebrei come bestie da soma, essi appartengono agli ebrei con tutte le loro facoltà e la loro vita:
"La vita di un goi e tutte le sue capacità fisiche appartengono all'ebreo." (A. Rohl. Die Polem. p.20)
È un assioma dei rabbini che l'ebreo possa prendere qualsiasi cosa appartenga ai cristiani per qualsiasi motivo, anche con la frode; e ciò non può essere definito rubare dato che è semplicemente prendere ciò che gli appartiene. Nel Babha Bathra (54b) si legge:
"Tutte le cose che appartengono ai goim sono come un deserto; il primo che passa e le prende può rivendicarne la proprietà."
1. NON SI DEVE FAR SAPERE AI CRISTIANI SE PAGANO UN PREZZO TROPPO ALTO AD UN EBREO
Nel Choshen Hammischpat (183,7) si legge:
"Se mandi un messaggero a ritirare del denaro da un Akum e l'Akum paga più di quanto deve, il messaggero può tenersi la differenza. Ma se il messaggero non lo sa, la puoi tenere tu stesso."
2. GLI OGGETTI SMARRITI DEI CRISTIANI NON DEVONO MAI ESSERE LORO RESTITUITI
Nel Choshen Hammischpat (226,1) si legge:
"L'ebreo potrà tenere tutte le cose che trova, se sono di proprietà di un Akum, in quanto sta scritto: Restituisci a tuo fratello ciò che è stato perduto (Deuter. XXII,3). Infatti, colui che restituisce (ai cristiani) un oggetto smarrito pecca contro la Legge in quanto aumenta il potere dei trasgressori della Legge. È lodevole, comunque, restituire gli oggetti smarriti, se ciò viene fatto in onore del nome di Dio, cioè, se a causa di ciò gli ebrei saranno lodati e considerate dai cristiani persone d'onore."
3. È PERMESSO FRODARE I CRISTIANI
Nel Babha Kama (113b) si legge: "È permesso ingannare un goy."
E nel Choshen Hammischpat (156,5. Hagah) si legge:
"Se un ebreo fa buoni affari con un Akum, in certi posti non è permesso agli altri ebrei di venire e fare affari con lo stesso Akum. In altri luoghi, comunque, è diverso ed è permesso a un altro ebreo di andare dallo stesso Akum, circuirlo, fare affari con lui e prendere il suo denaro. Infatti la ricchezza dell'Akum deve essere considerata proprietà comune e appartiene al primo che può appropriarsene. C'è, comunque, chi dice che ciò non va fatto."
Nel Choshen Hammischpat (183,7 Hagah) si legge:
"Se un ebreo fa affari con un Akum e un fratello israelita sopravviene e froda l'Akum per mezzo di falsi pesi o misure o numeri, egli deve dividere il suo profitto con il suo fratello israelita, dato che entrambi hanno partecipato all'affare, e anche per aiutarlo."
4. UN EBREO PU0' FINGERE DI ESSER UN CRISTIANO PER INGANNARE I CRISTIANI
Nello Iore Dea (157,2. Hagah) si legge: "Se un ebreo può ingannarli (gli idolatri) fingendo di essere un adoratore di stelle, gli è permesso farlo."
5. AGLI EBREI È PERMESSO ESERCITARE L'USURA NEI CONFRONTI DEI CRISTIANI
Nell'Abhodah Zarah (54a) si legge:
"È permesso esercitare l'usura nei confronti degli apostati caduti in idolatria."
E nello Iore Dea (159,1) si legge:
"È permesso, secondo la Torah, prestare denaro ad usura ad un Akum. Alcuni anziani comunque negano ciò eccetto nel caso di vita o di morte. Al giorno d'oggi è permesso per qualsiasi motivo."
"La vita di un goi e tutte le sue capacità fisiche appartengono all'ebreo." (A. Rohl. Die Polem. p.20)
È un assioma dei rabbini che l'ebreo possa prendere qualsiasi cosa appartenga ai cristiani per qualsiasi motivo, anche con la frode; e ciò non può essere definito rubare dato che è semplicemente prendere ciò che gli appartiene. Nel Babha Bathra (54b) si legge:
"Tutte le cose che appartengono ai goim sono come un deserto; il primo che passa e le prende può rivendicarne la proprietà."
1. NON SI DEVE FAR SAPERE AI CRISTIANI SE PAGANO UN PREZZO TROPPO ALTO AD UN EBREO
Nel Choshen Hammischpat (183,7) si legge:
"Se mandi un messaggero a ritirare del denaro da un Akum e l'Akum paga più di quanto deve, il messaggero può tenersi la differenza. Ma se il messaggero non lo sa, la puoi tenere tu stesso."
2. GLI OGGETTI SMARRITI DEI CRISTIANI NON DEVONO MAI ESSERE LORO RESTITUITI
Nel Choshen Hammischpat (226,1) si legge:
"L'ebreo potrà tenere tutte le cose che trova, se sono di proprietà di un Akum, in quanto sta scritto: Restituisci a tuo fratello ciò che è stato perduto (Deuter. XXII,3). Infatti, colui che restituisce (ai cristiani) un oggetto smarrito pecca contro la Legge in quanto aumenta il potere dei trasgressori della Legge. È lodevole, comunque, restituire gli oggetti smarriti, se ciò viene fatto in onore del nome di Dio, cioè, se a causa di ciò gli ebrei saranno lodati e considerate dai cristiani persone d'onore."
3. È PERMESSO FRODARE I CRISTIANI
Nel Babha Kama (113b) si legge: "È permesso ingannare un goy."
E nel Choshen Hammischpat (156,5. Hagah) si legge:
"Se un ebreo fa buoni affari con un Akum, in certi posti non è permesso agli altri ebrei di venire e fare affari con lo stesso Akum. In altri luoghi, comunque, è diverso ed è permesso a un altro ebreo di andare dallo stesso Akum, circuirlo, fare affari con lui e prendere il suo denaro. Infatti la ricchezza dell'Akum deve essere considerata proprietà comune e appartiene al primo che può appropriarsene. C'è, comunque, chi dice che ciò non va fatto."
Nel Choshen Hammischpat (183,7 Hagah) si legge:
"Se un ebreo fa affari con un Akum e un fratello israelita sopravviene e froda l'Akum per mezzo di falsi pesi o misure o numeri, egli deve dividere il suo profitto con il suo fratello israelita, dato che entrambi hanno partecipato all'affare, e anche per aiutarlo."
4. UN EBREO PU0' FINGERE DI ESSER UN CRISTIANO PER INGANNARE I CRISTIANI
Nello Iore Dea (157,2. Hagah) si legge: "Se un ebreo può ingannarli (gli idolatri) fingendo di essere un adoratore di stelle, gli è permesso farlo."
5. AGLI EBREI È PERMESSO ESERCITARE L'USURA NEI CONFRONTI DEI CRISTIANI
Nell'Abhodah Zarah (54a) si legge:
"È permesso esercitare l'usura nei confronti degli apostati caduti in idolatria."
E nello Iore Dea (159,1) si legge:
"È permesso, secondo la Torah, prestare denaro ad usura ad un Akum. Alcuni anziani comunque negano ciò eccetto nel caso di vita o di morte. Al giorno d'oggi è permesso per qualsiasi motivo."
1. ALL'EBREO È PERMESSO MENTIRE E GIURARE IL FALSO PER FAR CONDANNARE UN CRISTIANO
Nel Babha Kama (113a) si legge:
"Il nostro insegnamento è il seguente: Quando un ebreo e un goi appaiono in tribunale, assolvi l'ebreo, se puoi, secondo le leggi d'Israele. Se il goi vince, digli che ciò è quanto la nostra legge richiede. Se, comunque, l'ebreo può essere assolto secondo la legge dei gentili, assolvilo e digli che ciò è fatto secondo le nostre leggi. Se ciò non può essere fatto, procedi con durezza contro il goi, come consiglia il rabbino Ischmael. Il rabbino Akibha, comunque, sostiene che non si può agire con frode per non profanare il Nome di Dio, e per non avere un ebreo rinviato a giudizio per spergiuro." Una nota a margine, comunque, spiega questa precisazione del rabbino Akibha come segue:
"Il nome di Dio non viene profanato se il goi non sa che l'ebreo ha mentito.
"E più avanti, il Babha Kama (113b) dice:
"Il nome di Dio non è profanato quando, per esempio, un ebreo mente ad un goi dicendo: 'Io ho dato qualcosa a tuo padre, ma egli è morto; tu me lo devi restituire,' purchè il goi non sappia che tu stai mentendo."
2. È PERMESSO AD UN EBREO GIURARE IL FALSO CON COSCIENZA PULITA
Nel Kallah (1b, p.18) si legge:
"Essa (la madre del mazmer) gli disse, 'Giura davanti a me.' E il rabbino Akibha giurò con le labbra, ma nel suo cuore invalidò il giuramento.'"
Un concetto simile si trova nello Schabbuoth Hagahoth del rabbino Ascher (6d):
"Se il magistrato di una città costringe gli ebrei a giurare che non fuggiranno da quella città e che non ne asporteranno cosa alcuna, essi potranno giurare il falso dicendo a se stessi che non fuggiranno quel giorno, e che non asporteranno cosa alcuna dalla città solo in quel giorno."
Nel Babha Kama (113a) si legge:
"Il nostro insegnamento è il seguente: Quando un ebreo e un goi appaiono in tribunale, assolvi l'ebreo, se puoi, secondo le leggi d'Israele. Se il goi vince, digli che ciò è quanto la nostra legge richiede. Se, comunque, l'ebreo può essere assolto secondo la legge dei gentili, assolvilo e digli che ciò è fatto secondo le nostre leggi. Se ciò non può essere fatto, procedi con durezza contro il goi, come consiglia il rabbino Ischmael. Il rabbino Akibha, comunque, sostiene che non si può agire con frode per non profanare il Nome di Dio, e per non avere un ebreo rinviato a giudizio per spergiuro." Una nota a margine, comunque, spiega questa precisazione del rabbino Akibha come segue:
"Il nome di Dio non viene profanato se il goi non sa che l'ebreo ha mentito.
"E più avanti, il Babha Kama (113b) dice:
"Il nome di Dio non è profanato quando, per esempio, un ebreo mente ad un goi dicendo: 'Io ho dato qualcosa a tuo padre, ma egli è morto; tu me lo devi restituire,' purchè il goi non sappia che tu stai mentendo."
2. È PERMESSO AD UN EBREO GIURARE IL FALSO CON COSCIENZA PULITA
Nel Kallah (1b, p.18) si legge:
"Essa (la madre del mazmer) gli disse, 'Giura davanti a me.' E il rabbino Akibha giurò con le labbra, ma nel suo cuore invalidò il giuramento.'"
Un concetto simile si trova nello Schabbuoth Hagahoth del rabbino Ascher (6d):
"Se il magistrato di una città costringe gli ebrei a giurare che non fuggiranno da quella città e che non ne asporteranno cosa alcuna, essi potranno giurare il falso dicendo a se stessi che non fuggiranno quel giorno, e che non asporteranno cosa alcuna dalla città solo in quel giorno."
Gli ebrei non dovranno risparmiare nessun mezzo per combattere i tiranni che li tengono in questa Quarta Cattività al fine di liberarsene. Essi devono combattere i cristiani con l'astuzia e non fare nulla per evitare che il male li colga: i loro malati non devono essere curati, le donne cristiane non devono essere aiutate durante il parto, e i cristiani non devono essere salvati se in pericolo di morte.
1. UN EBREO DEVE SEMPRE CERCARE DI INGANNARE I CRISTIANI
Nello Zohar (I, 160a) si legge:
"Il rabbino Jehuda gli ha detto (al rabbino Chezkia): 'È degno di lode colui che è capace di liberarsi dai nemici di Israele, e sono molto degni di lode i giusti che si liberano da essi e li combattono.' Il rabbino Chezkia chiese, 'Come dobbiamo combatterli?' Il rabbino Jehuda disse, 'Con saggi consigli farai guerra contro di loro. (Proverbi, cap.24,6). Con che tipo di guerra? Il tipo di guerra che ogni figlio d'uomo deve combattere contro i suoi nemici, e che Giacobbe usò contro Esaù - quando possibile, con l'inganno e la frode. Essi devono essere combattuti senza posa, fino a che il giusto ordine non sia ristabilito. È perciò con soddisfazione che dico che noi ci dobbiamo liberare da loro e regnare su di loro."
2.NON SI DEVE AIUTARE UN CRISTIANO AMMALATO
Nello Iore Dea (158,1) si legge:
"Gli Akum non devono essere curati, nemmeno per denaro, a meno che ciò non provochi la loro inimicizia."
3.NON SI DOVRA' AIUTARE LA DONNA CRISTIANA DURANTE IL PARTO
Nell'Orach Chaiim (330,2) si legge:
"Nessun aiuto, benchè minimo, dovrà essere prestato ad una donna Akum durante il parto in giorno di sabato, in quanto il sabato non deve essere violato."
4.NON SI DOVRA' AIUTARE UN CRISTIANO IN PERICOLO DI MORTE
Nel Choshen Hammischpat (425,5) si legge:
"Se vedete un eretico che non crede nella Torah cadere in un pozzo con una scala, affrettatevi immediatamente e portatela via dicendogli 'Devo andare a prendere mio figlio giù da un tetto. Ti riporterò la scala immediatamente o qualcosa del genere. I Kuthaei, comunque, che non sono nostri nemici e che si prendono cura delle pecore degli israeliti, non devono essere uccisi direttamente, ma non devono essere salvati dalla morte." E nello Iore Dea (158,1) si legge: "Gli Akum che non sono nostri nemici non devono essere uccisi direttamente, ciò non ostante essi non dovranno essere salvati dal pericolo di morte. Per esempio, se vedete uno di essi cadere in mare, non tiratelo su a meno che egli non vi prometta del denaro."
Maimonide nello Hilkhoth Akum X,1. dice:
"Non abbiate pietà di loro: infatti, è detto (Deuter. VII,2): Non mostrate loro pietà. Perciò, se vedete un Akum in difficoltà o annegare, non andate in suo aiuto. E se egli fosse in pericolo di morte, non salvatelo. Ma non è giusto ucciderlo con la vostra mano spingendolo nel pozzo o in altro modo, dato che essi non sono in guerra contro di noi."
1. UN EBREO DEVE SEMPRE CERCARE DI INGANNARE I CRISTIANI
Nello Zohar (I, 160a) si legge:
"Il rabbino Jehuda gli ha detto (al rabbino Chezkia): 'È degno di lode colui che è capace di liberarsi dai nemici di Israele, e sono molto degni di lode i giusti che si liberano da essi e li combattono.' Il rabbino Chezkia chiese, 'Come dobbiamo combatterli?' Il rabbino Jehuda disse, 'Con saggi consigli farai guerra contro di loro. (Proverbi, cap.24,6). Con che tipo di guerra? Il tipo di guerra che ogni figlio d'uomo deve combattere contro i suoi nemici, e che Giacobbe usò contro Esaù - quando possibile, con l'inganno e la frode. Essi devono essere combattuti senza posa, fino a che il giusto ordine non sia ristabilito. È perciò con soddisfazione che dico che noi ci dobbiamo liberare da loro e regnare su di loro."
2.NON SI DEVE AIUTARE UN CRISTIANO AMMALATO
Nello Iore Dea (158,1) si legge:
"Gli Akum non devono essere curati, nemmeno per denaro, a meno che ciò non provochi la loro inimicizia."
3.NON SI DOVRA' AIUTARE LA DONNA CRISTIANA DURANTE IL PARTO
Nell'Orach Chaiim (330,2) si legge:
"Nessun aiuto, benchè minimo, dovrà essere prestato ad una donna Akum durante il parto in giorno di sabato, in quanto il sabato non deve essere violato."
4.NON SI DOVRA' AIUTARE UN CRISTIANO IN PERICOLO DI MORTE
Nel Choshen Hammischpat (425,5) si legge:
"Se vedete un eretico che non crede nella Torah cadere in un pozzo con una scala, affrettatevi immediatamente e portatela via dicendogli 'Devo andare a prendere mio figlio giù da un tetto. Ti riporterò la scala immediatamente o qualcosa del genere. I Kuthaei, comunque, che non sono nostri nemici e che si prendono cura delle pecore degli israeliti, non devono essere uccisi direttamente, ma non devono essere salvati dalla morte." E nello Iore Dea (158,1) si legge: "Gli Akum che non sono nostri nemici non devono essere uccisi direttamente, ciò non ostante essi non dovranno essere salvati dal pericolo di morte. Per esempio, se vedete uno di essi cadere in mare, non tiratelo su a meno che egli non vi prometta del denaro."
Maimonide nello Hilkhoth Akum X,1. dice:
"Non abbiate pietà di loro: infatti, è detto (Deuter. VII,2): Non mostrate loro pietà. Perciò, se vedete un Akum in difficoltà o annegare, non andate in suo aiuto. E se egli fosse in pericolo di morte, non salvatelo. Ma non è giusto ucciderlo con la vostra mano spingendolo nel pozzo o in altro modo, dato che essi non sono in guerra contro di noi."
Infine, il Talmud comanda che i cristiani siano uccisi senza pietà. Nell'Abhodah Zarah (26b) si legge:
"Eretici, traditori e apostati devono essere gettati in un pozzo e non devono essere soccorsi."
E nel Choshen Hammischpat (388,10) si legge:
"Le spia dovrà essere uccisa, anche ai nostri giorni, dovunque si trovi. Essa può essere uccisa anche prima che confessi. E anche se ammette di aver voluto solo far del male a qualcuno, e se il male che voleva fare non era molto grande, è sufficiente per condannarla a morte. Essa comunque deve essere avvertita di non confessare in questa maniera. Ma se impudentemente essa dice "No, lo confesserò!" allora dovrà essere uccisa, il prima possibile. Se non c'è tempo per avvertirla, non è necessario farlo. Alcuni dicono che un traditore deve essere messo a morte solo quando è impossibile liberarsene mutilandolo, cioè, tagliandogli la lingua o strappandogli gli occhi, ma se ciò è possibile non dovrà essere ucciso, dato che egli non è peggiore di altri che ci perseguitano."
E nello Choshen Hamm. di nuovo (388,15) si legge:
"Se si può dimostrare che qualcuno ha tradito Israele tre volte, o che ha dato il denaro di israeliti agli Akum, si dovrà trovare il modo, dopo prudente considerazione, di eliminarlo dalla faccia della terra."
"Eretici, traditori e apostati devono essere gettati in un pozzo e non devono essere soccorsi."
E nel Choshen Hammischpat (388,10) si legge:
"Le spia dovrà essere uccisa, anche ai nostri giorni, dovunque si trovi. Essa può essere uccisa anche prima che confessi. E anche se ammette di aver voluto solo far del male a qualcuno, e se il male che voleva fare non era molto grande, è sufficiente per condannarla a morte. Essa comunque deve essere avvertita di non confessare in questa maniera. Ma se impudentemente essa dice "No, lo confesserò!" allora dovrà essere uccisa, il prima possibile. Se non c'è tempo per avvertirla, non è necessario farlo. Alcuni dicono che un traditore deve essere messo a morte solo quando è impossibile liberarsene mutilandolo, cioè, tagliandogli la lingua o strappandogli gli occhi, ma se ciò è possibile non dovrà essere ucciso, dato che egli non è peggiore di altri che ci perseguitano."
E nello Choshen Hamm. di nuovo (388,15) si legge:
"Se si può dimostrare che qualcuno ha tradito Israele tre volte, o che ha dato il denaro di israeliti agli Akum, si dovrà trovare il modo, dopo prudente considerazione, di eliminarlo dalla faccia della terra."
Nel Sanhedrin (59a) si legge:
"Il rabbino Jochanan dice: Un goi che ficca il naso nella Legge è colpevole di morte."
"Il rabbino Jochanan dice: Un goi che ficca il naso nella Legge è colpevole di morte."
Nello Hilkhoth Akum (X,2) si legge:
"Queste cose (supra) si intendono per gli idolatri. Ma anche gli israeliti che lasciano la loro religione e diventano epicurei devono essere uccisi e noi dobbiamo perseguitarli fino alla fine. Infatti essi affliggono Israele e distolgono il popolo da Dio."
E nello Iore Dea (158,2 Hagah) si legge:
"I rinnegati che si rivolgono ai piaceri degli Akum, e che ne rimangono contaminati adorando le stelle e i pianeti come essi fanno, devono essere uccisi."
In modo simile, si dice nello Choshen Hammischpat (425,5):
"Gli ebrei che diventano epicurei, che si danno all'adorazione delle stelle e dei pianeti e peccano maliziosamente; anche coloro che mangiano la carne di animali feriti, o che vestono abiti vani, meritano il nome di epicurei; in simil modo, coloro che negano la Torah e i Profeti d'Israele - la legge è che tutti questi debbano essere uccisi; e coloro che hanno il potere di vita e di morte devono farli uccidere; e se ciò non potesse essere fatto, essi dovranno essere portati alla morte con l'inganno."
Il rabbino Maimonide, nello Hilkhoth Teschubhah (III,8), fornisce l'elenco di coloro che vengono considerati negatori della Legge: "Ci sono tre categorie di persone che negano la Legge della Torah: 1) Coloro che dicono che la Torah non è stata data da Dio, almeno un verso o una parola di essa (sic), e che dicono che è stato tutto lavoro di Mosè; 2) Coloro che rifiutano la spiegazione della Torah, cioè, la Legge Orale della Mischnah, e coloro che non riconoscono l'autorità dei Dottori della Legge, come i seguaci di Tsadok (Sadducei) e di Baithos; 3) Coloro che dicono che Dio ha cambiato la Legge per un'altra Nuova Legge, e che la Torah non ha più nessun valore, anche se essi non negano che fu data da Dio come credono i cristiani e i turchi. Tutti costoro negano la Legge dalla Torah."
"Queste cose (supra) si intendono per gli idolatri. Ma anche gli israeliti che lasciano la loro religione e diventano epicurei devono essere uccisi e noi dobbiamo perseguitarli fino alla fine. Infatti essi affliggono Israele e distolgono il popolo da Dio."
E nello Iore Dea (158,2 Hagah) si legge:
"I rinnegati che si rivolgono ai piaceri degli Akum, e che ne rimangono contaminati adorando le stelle e i pianeti come essi fanno, devono essere uccisi."
In modo simile, si dice nello Choshen Hammischpat (425,5):
"Gli ebrei che diventano epicurei, che si danno all'adorazione delle stelle e dei pianeti e peccano maliziosamente; anche coloro che mangiano la carne di animali feriti, o che vestono abiti vani, meritano il nome di epicurei; in simil modo, coloro che negano la Torah e i Profeti d'Israele - la legge è che tutti questi debbano essere uccisi; e coloro che hanno il potere di vita e di morte devono farli uccidere; e se ciò non potesse essere fatto, essi dovranno essere portati alla morte con l'inganno."
Il rabbino Maimonide, nello Hilkhoth Teschubhah (III,8), fornisce l'elenco di coloro che vengono considerati negatori della Legge: "Ci sono tre categorie di persone che negano la Legge della Torah: 1) Coloro che dicono che la Torah non è stata data da Dio, almeno un verso o una parola di essa (sic), e che dicono che è stato tutto lavoro di Mosè; 2) Coloro che rifiutano la spiegazione della Torah, cioè, la Legge Orale della Mischnah, e coloro che non riconoscono l'autorità dei Dottori della Legge, come i seguaci di Tsadok (Sadducei) e di Baithos; 3) Coloro che dicono che Dio ha cambiato la Legge per un'altra Nuova Legge, e che la Torah non ha più nessun valore, anche se essi non negano che fu data da Dio come credono i cristiani e i turchi. Tutti costoro negano la Legge dalla Torah."
Nello Zohar (I,25a) si legge:
"I Popoli della Terra sono idolatri, e su di loro è stato scritto: Che siano spazzati via dalla faccia della terra: Distruggete la memoria degli Amalechiti. Essi sono ancora con noi in questa Quarta Cattività, cioè, i Principi (di Roma) ............... che, in realtà, sono amalechiti."
1. QUESTI PRINCIPI DEVONO ESSERE UCCISI PER PRIMI
Perchè se viene loro permesso di vivere, la speranza della liberazione degli ebrei è vana, e le loro preghiere di libe razione da questa Quarta Cattività saranno inefficaci. Nello Zohar (I,219b) si legge:
"È certo che la nostra cattività durerà fino a quando i principi dei gentili che adorano gli idoli non saranno distrutti."
E ancora nello Zohar (II,19a) si legge:
"Il rabbino Jehuda ha detto: Venite a vedere come stanno le cose; come i principi hanno assunto potere sopra Israele e gli israeliti non protestano. Ma, quando cade il principe, la loro contentezza si fa sentire. Sta scritto che: il Re degli Egiziani morì e subito i figli d'Israele furono liberati dalla cattività; essi lanciarono grida e la loro voce salì a Dio."
2. IL PRINCIPATO CHE HA PER CAPITALE ROMA È QUELLO CHE GLI EBREI DEVONO ODIARE PIU' DI TUTTI
Lo chiamano il Regno di Esaù e degli Edomiti, il Regno dell'Orgoglio, il Regno del Male, Empia Roma. L'impero Turco viene chiamato il Regno degli Ismaeliti, che essi non desiderano distruggere. Il Regno di Roma, comunque, deve essere sterminato, perchè quando la corrotta Roma sarà distrutta, la salvezza e la libertà verranno al Popolo Eletto di Dio.
Il rabbino David Kimchi scrive come segue nell'Obadiam:
"Ciò che i Profeti predissero sulla distruzione di Edom negli ultimi giorni lo riferivano a Roma, come spiega Isaia (ch.34,1): Avvicinatevi, o nazioni, ed ascoltate ... Quando Roma sarà distrutta, Israele sarà redenta."
Anche il rabbino Abraham dice la stessa cosa nel suo libro Tseror Hammor, sezione Schoftim:
"Non appena Roma sarà stata distrutta, noi saremo redenti."
"I Popoli della Terra sono idolatri, e su di loro è stato scritto: Che siano spazzati via dalla faccia della terra: Distruggete la memoria degli Amalechiti. Essi sono ancora con noi in questa Quarta Cattività, cioè, i Principi (di Roma) ............... che, in realtà, sono amalechiti."
1. QUESTI PRINCIPI DEVONO ESSERE UCCISI PER PRIMI
Perchè se viene loro permesso di vivere, la speranza della liberazione degli ebrei è vana, e le loro preghiere di libe razione da questa Quarta Cattività saranno inefficaci. Nello Zohar (I,219b) si legge:
"È certo che la nostra cattività durerà fino a quando i principi dei gentili che adorano gli idoli non saranno distrutti."
E ancora nello Zohar (II,19a) si legge:
"Il rabbino Jehuda ha detto: Venite a vedere come stanno le cose; come i principi hanno assunto potere sopra Israele e gli israeliti non protestano. Ma, quando cade il principe, la loro contentezza si fa sentire. Sta scritto che: il Re degli Egiziani morì e subito i figli d'Israele furono liberati dalla cattività; essi lanciarono grida e la loro voce salì a Dio."
2. IL PRINCIPATO CHE HA PER CAPITALE ROMA È QUELLO CHE GLI EBREI DEVONO ODIARE PIU' DI TUTTI
Lo chiamano il Regno di Esaù e degli Edomiti, il Regno dell'Orgoglio, il Regno del Male, Empia Roma. L'impero Turco viene chiamato il Regno degli Ismaeliti, che essi non desiderano distruggere. Il Regno di Roma, comunque, deve essere sterminato, perchè quando la corrotta Roma sarà distrutta, la salvezza e la libertà verranno al Popolo Eletto di Dio.
Il rabbino David Kimchi scrive come segue nell'Obadiam:
"Ciò che i Profeti predissero sulla distruzione di Edom negli ultimi giorni lo riferivano a Roma, come spiega Isaia (ch.34,1): Avvicinatevi, o nazioni, ed ascoltate ... Quando Roma sarà distrutta, Israele sarà redenta."
Anche il rabbino Abraham dice la stessa cosa nel suo libro Tseror Hammor, sezione Schoftim:
"Non appena Roma sarà stata distrutta, noi saremo redenti."
Nell' Abhodah Zarah (26b, Tosephoth) si legge:
"Anche il migliore dei Goim dovrebbe essere ucciso"
Lo Shulchan Arukh, dopo le parole dello Iore Dea (158,1) che dicono che coloro fra gli Akum che non fanno del male agli ebrei non devono esser uccisi, cioè coloro che non fanno guerra ad Israele, così spiega la parola Milchamah - guerra: "Ma in tempo di guerra gli Akum devono essere uccisi in quanto sta scritto: 'I buoni fra gli Akum meritano di essere uccisi, ecc."
"Anche il migliore dei Goim dovrebbe essere ucciso"
Lo Shulchan Arukh, dopo le parole dello Iore Dea (158,1) che dicono che coloro fra gli Akum che non fanno del male agli ebrei non devono esser uccisi, cioè coloro che non fanno guerra ad Israele, così spiega la parola Milchamah - guerra: "Ma in tempo di guerra gli Akum devono essere uccisi in quanto sta scritto: 'I buoni fra gli Akum meritano di essere uccisi, ecc."
Nello Sepher Or Israel (177b) si legge:
"Togli la vita ai Kliphoth e uccidili, e piacerai a Dio come uno che Gli offre incenso."
E nello Ialkut Simoni (245c. n.772) si legge:
"Colui che sparge il sangue degli empi è tanto accetto a Dio quanto colui che offre un sacrificio a Dio."
"Togli la vita ai Kliphoth e uccidili, e piacerai a Dio come uno che Gli offre incenso."
E nello Ialkut Simoni (245c. n.772) si legge:
"Colui che sparge il sangue degli empi è tanto accetto a Dio quanto colui che offre un sacrificio a Dio."
Nello Zohar (III,227b) Il Buon Pastore dice:
"Il solo sacrificio necessario è che togliamo l'immondo di mezzo a noi."
Lo Zohar (II,43a), spiegando il precetto di Mosè sulla redenzione del primogenito di un asino che si ottiene con l'offerta di un agnello, dice:
"L'asino sta per il non ebreo, che deve essere redento con l'offerta di un agnello, che è il gregge disperso di Israele. Ma se egli rifiuta di essere redento, allora gli si rompa il cranio... Essi dovrebbero essere cancellati dal libro dei viventi, in quanto su di loro è detto: Colui che pecca contro di me, io lo toglierò dal libro della vita."
"Il solo sacrificio necessario è che togliamo l'immondo di mezzo a noi."
Lo Zohar (II,43a), spiegando il precetto di Mosè sulla redenzione del primogenito di un asino che si ottiene con l'offerta di un agnello, dice:
"L'asino sta per il non ebreo, che deve essere redento con l'offerta di un agnello, che è il gregge disperso di Israele. Ma se egli rifiuta di essere redento, allora gli si rompa il cranio... Essi dovrebbero essere cancellati dal libro dei viventi, in quanto su di loro è detto: Colui che pecca contro di me, io lo toglierò dal libro della vita."
Nello Zohar (1,38b, e 39a) si legge:
"Nei palazzi del quarto cielo si trovano coloro che emisero lamenti su Sion e Gerusalemme, e tutti coloro che distrussero le nazioni idolatre... e coloro che uccisero gente che adorava gli idoli sono vestiti con vesti di porpora in maniera che possano essere riconosciuti e onorati."
"Nei palazzi del quarto cielo si trovano coloro che emisero lamenti su Sion e Gerusalemme, e tutti coloro che distrussero le nazioni idolatre... e coloro che uccisero gente che adorava gli idoli sono vestiti con vesti di porpora in maniera che possano essere riconosciuti e onorati."
Nello Hilkhoth Akum (X,1) si legge:
"Non mangiate con gli idolatri, non permettete loro di adorare i loro idoli; è infatti scritto: Non stabilite contratti con loro, non mostrate loro misericordia (Deuter. cap. 7, 2). O li distogliete dai loro idoli o li uccidete."
Ibidem (X,7): "Non si dovrà permettere a nessun idolatro di rimanere nei luoghi dove gli ebrei sono forti... "
"Non mangiate con gli idolatri, non permettete loro di adorare i loro idoli; è infatti scritto: Non stabilite contratti con loro, non mostrate loro misericordia (Deuter. cap. 7, 2). O li distogliete dai loro idoli o li uccidete."
Ibidem (X,7): "Non si dovrà permettere a nessun idolatro di rimanere nei luoghi dove gli ebrei sono forti... "
Nel Choshen Hammischpat (338,16) si legge:
"Tutti gli abitanti della città sono obbligati a contribuire alla spesa dell'uccisione di un traditore, anche coloro che devono pagare altre tasse."
"Tutti gli abitanti della città sono obbligati a contribuire alla spesa dell'uccisione di un traditore, anche coloro che devono pagare altre tasse."
Nel Pesachim (49b) si legge:
"Il rabbino Eliezer disse: È permesso tagliare la testa di un 'idiota' (uno degli abitanti della terra) nella festa della Riconciliazione quando cade in giorno di Sabato. I suoi discepoli gli dissero: rabbino, dovresti piuttosto dire sacrificare. Ma egli rispose: Niente affatto, è infatti necessario pregare mentre si sacrifica, e non c'è bisogno di pregare quando si decapita qualcuno."
"Il rabbino Eliezer disse: È permesso tagliare la testa di un 'idiota' (uno degli abitanti della terra) nella festa della Riconciliazione quando cade in giorno di Sabato. I suoi discepoli gli dissero: rabbino, dovresti piuttosto dire sacrificare. Ma egli rispose: Niente affatto, è infatti necessario pregare mentre si sacrifica, e non c'è bisogno di pregare quando si decapita qualcuno."
Gli ebrei dipingono il Messia e Liberatore che aspettano come un persecutore che infliggerà grandi calamità ai non giudei. Il Talmud elenca tre grandi mali che colpiranno il mondo quando il Messia verrà. Nello Schabbath (118a) si legge:
"Chiunque mangia tre pasti di Sabato sarà salvato dai tre mali: dalle punizioni del Messia, dalle pene dell'inferno e dalla guerra di Magog; infatti sta scritto: Ecco, Io vi manderò Elia il Profeta prima che venga il 'Giorno' del Signore, ecc."
"Chiunque mangia tre pasti di Sabato sarà salvato dai tre mali: dalle punizioni del Messia, dalle pene dell'inferno e dalla guerra di Magog; infatti sta scritto: Ecco, Io vi manderò Elia il Profeta prima che venga il 'Giorno' del Signore, ecc."
"Scarica la tua ira sulle nazioni che non ti conoscono, e sui regni che non invocano il tuo nome; Scarica la tua indignazione su di loro e che la tua ira di vendetta li prenda; Perseguitali e distruggili con ira da sotto i cieli del Signore." Essi pregano anche come segue: "Per quanto tempo rimarrà la tua forza prigioniera e per quanto tempo giacerà la tua bellezza sotto la mano dell'oppressore? O Dio! Mostra la tua forza e il tuo zelo contro i nostri nemici; spezza la loro forza e confondili... "
E ancora:
"Recidi la speranza dell'ingiusto; fa che tutti gli eretici periscano immediatamente; sradica, spezza, e distruggi il Regno Orgoglioso; affrettati a rendere tutti i popoli soggetti nei nostri giorni."
Esattamente allo stesso tempo, il Venerdì Santo, quel "Prinicipe dell'Impero Orgoglioso" di Roma, il Papa, prega e ordina a tutti in tutto il mondo di pregare per tutti gli "eretici" e coloro che sono "persi" come segue:
"Preghiamo per i perfidi giudei: che il Signore nostro Dio possa togliere il velo dai loro cuori, che possano riconoscere Gesù Cristo nostro Signore. "Dio Onnipotente ed Eterno, che non escludi nemmeno gli ebrei dalla tua misericordia: ascolta le nostre preghiere che offriamo per la cecità di quel popolo che, riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, possa uscire dalle sue tenebre, Per Gesù Cristo nostro Signore... "
E ancora:
"Recidi la speranza dell'ingiusto; fa che tutti gli eretici periscano immediatamente; sradica, spezza, e distruggi il Regno Orgoglioso; affrettati a rendere tutti i popoli soggetti nei nostri giorni."
Esattamente allo stesso tempo, il Venerdì Santo, quel "Prinicipe dell'Impero Orgoglioso" di Roma, il Papa, prega e ordina a tutti in tutto il mondo di pregare per tutti gli "eretici" e coloro che sono "persi" come segue:
"Preghiamo per i perfidi giudei: che il Signore nostro Dio possa togliere il velo dai loro cuori, che possano riconoscere Gesù Cristo nostro Signore. "Dio Onnipotente ed Eterno, che non escludi nemmeno gli ebrei dalla tua misericordia: ascolta le nostre preghiere che offriamo per la cecità di quel popolo che, riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, possa uscire dalle sue tenebre, Per Gesù Cristo nostro Signore... "
COME SON BELLI I TUOI PADIGLIONI, O GIACOBBE, E LE TUE TENDE, O ISRAELE! (Mmt.24,5)
Al gentile lettore:
In questo lavoro, ho citato passi di pochissimi fra i libri talmudici che fanno riferimento ai cristiani. Per amore di brevità e per risparmiare il cuore sensibile del lettore, ne ho omesso molti altri che avrebbero potuto essere inclusi. Questi testi che ho citato, comunque, dovrebbero essere sufficienti per dimostrare quanto false siano le affermazioni degli ebrei quando sostengono che non c'è niente nel Talmud che insegni l'odio e l'inimicizia verso i cristiani.
Se lo studio delle orribili bestemmie di questo libro dovesse risultare rivoltante per il lettore, che egli non me ne voglia. Non ho detto, all'inizio, che avrei narrato qualcosa di piacevole, ma solamente che avrei dimostrato ciò che veramente il Talmud insegna sui cristiani, e non credo che avrei potuto farlo in maniera più appropriata.
Mi rendo conto, comunque, che, dato che la verità non piace a tutti, molti mi diverranno nemici per aver in tal modo testimoniato la verità. Ciò mi è stato ricordato sia dalle leggi del Talmud stesso che minaccia di morte i "traditori", e ancor più, dagli avvertimenti di coloro che hanno avuto esperienza delle azioni che gli ebrei intraprendono contro coloro che rendono note cose a loro sfavorevoli. Hanno tutti predetto che perirò per mano degli ebrei. Cercando di dissuadermi dal continuare il mio lavoro, alcuni mi hanno pregato di ricordare la sorte del Professor Charini, che fu ucciso all'improvviso dopo aver incominciato a tradurre il Talmud in lingua vernacolare. Altri mi hanno ricordato la sorte del monaco Didacus di Vilna, un convertito dal giudaismo che fu crudelmente assassinato; altri mi hanno ricordato di coloro che erano stati perseguitati per aver rivelato segreti della religione ebraica. Altri ancora, mi hanno messo in guardia contro i pericoli in cui sarebbero incorsi i miei cari. "Wszak ciebie wydzi zabij"* mi si ripeteva centinaia di volte.
Il libro che tu ora tieni in mano è la miglior prova che non ho dato retta agli avvertimenti dei miei amici. Ho considerato indegno di me stesso rimanere in silenzio solo per amore della mia sicurezza personale, mentre il conflitto imperversa fra i due campi dei "Semiti" e degli "Antisemiti," entrambi dei quali sostengono di combattere per la verità, mentre io so che la verità completa non si trova in nessuno dei due campi.
Ma qualsiasi cosa mi succeda a causa di ciò che ho fatto, sarò lieto di sopportarla. Sono disposto a offrire la mia vita CHE IO POSSA TESTIMONIARE LA VERITA' (Gio. 18,37)
I.B. Pranaitis
*"Ma gli ebrei ti uccideranno" - Traduzione polacca
(Circa il contenuto dell'Epilogo, è tristemente significativo ricordare che Padre Pranaitis trovò in effetti la morte come previsto per mano dei suoi nemici durante la rivoluzione bolscevica [in 1917] - n.d.r.)
In questo lavoro, ho citato passi di pochissimi fra i libri talmudici che fanno riferimento ai cristiani. Per amore di brevità e per risparmiare il cuore sensibile del lettore, ne ho omesso molti altri che avrebbero potuto essere inclusi. Questi testi che ho citato, comunque, dovrebbero essere sufficienti per dimostrare quanto false siano le affermazioni degli ebrei quando sostengono che non c'è niente nel Talmud che insegni l'odio e l'inimicizia verso i cristiani.
Se lo studio delle orribili bestemmie di questo libro dovesse risultare rivoltante per il lettore, che egli non me ne voglia. Non ho detto, all'inizio, che avrei narrato qualcosa di piacevole, ma solamente che avrei dimostrato ciò che veramente il Talmud insegna sui cristiani, e non credo che avrei potuto farlo in maniera più appropriata.
Mi rendo conto, comunque, che, dato che la verità non piace a tutti, molti mi diverranno nemici per aver in tal modo testimoniato la verità. Ciò mi è stato ricordato sia dalle leggi del Talmud stesso che minaccia di morte i "traditori", e ancor più, dagli avvertimenti di coloro che hanno avuto esperienza delle azioni che gli ebrei intraprendono contro coloro che rendono note cose a loro sfavorevoli. Hanno tutti predetto che perirò per mano degli ebrei. Cercando di dissuadermi dal continuare il mio lavoro, alcuni mi hanno pregato di ricordare la sorte del Professor Charini, che fu ucciso all'improvviso dopo aver incominciato a tradurre il Talmud in lingua vernacolare. Altri mi hanno ricordato la sorte del monaco Didacus di Vilna, un convertito dal giudaismo che fu crudelmente assassinato; altri mi hanno ricordato di coloro che erano stati perseguitati per aver rivelato segreti della religione ebraica. Altri ancora, mi hanno messo in guardia contro i pericoli in cui sarebbero incorsi i miei cari. "Wszak ciebie wydzi zabij"* mi si ripeteva centinaia di volte.
Il libro che tu ora tieni in mano è la miglior prova che non ho dato retta agli avvertimenti dei miei amici. Ho considerato indegno di me stesso rimanere in silenzio solo per amore della mia sicurezza personale, mentre il conflitto imperversa fra i due campi dei "Semiti" e degli "Antisemiti," entrambi dei quali sostengono di combattere per la verità, mentre io so che la verità completa non si trova in nessuno dei due campi.
Ma qualsiasi cosa mi succeda a causa di ciò che ho fatto, sarò lieto di sopportarla. Sono disposto a offrire la mia vita CHE IO POSSA TESTIMONIARE LA VERITA' (Gio. 18,37)
I.B. Pranaitis
*"Ma gli ebrei ti uccideranno" - Traduzione polacca
(Circa il contenuto dell'Epilogo, è tristemente significativo ricordare che Padre Pranaitis trovò in effetti la morte come previsto per mano dei suoi nemici durante la rivoluzione bolscevica [in 1917] - n.d.r.)